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La storia di Santina Renda, scomparsa a 6 anni: un mistero lungo trent’anni

Pubblicato: 03/07/2020 18:39

Palermo, città capoluogo di una delle regioni più belle del nostro paese, ma anche teatro di uno degli episodi di cronaca più neri della nostra storia. I fatti risalgono agli anni ’90, quando iniziarono a scomparire misteriosamente alcuni bambini. Per alcuni di loro si è arrivati alla verità, per altri non si saprà mai veramente cosa è accaduto. È il caso di Santina Renda, scomparsa a 6 anni e protagonista di un mistero agghiacciante.

3 bambini rapiti nello stesso quartiere

I casi di cronaca più ricchi di notizie, approfondimenti e in fondo anche speranze sono proprio quelli sui bambini scomparsi. Lo insegnano i casi di Maddie McCann, forse vicino alla soluzione dopo più di 15 anni, così come Denis Pipitone e molti altri. Tra loro c’è anche una serie di inquietanti fatti che hanno avuto come teatro Palermo e il quartiere Cep, poi San Giovanni Apostolo. Da qui sparì per primo il piccolo Nino: il bambino scomparve a marzo del 1988, per poi essere trovato pochi giorni dopo legato ad un palo con un filo di rame.

Il piccolo Nino, uscito di casa per giocare e sparito nel nulla, subì violenze e quando uscì dal coma non ricordava nulla di quei giorni. Solo 2 anni dopo, un nuovo caso di sparizione nel quartiere.

La storia che si ripete: la sparizione di Santina Renda

Il caso ebbe forte risonanza mediatica e creò un clima di paura nel quartiere palermitano. Paure che si concretizzarono il 23 marzo del 1990, giorno della sparizione di Santina Renda, bimba di 6 anni residente al Cep. Anche lei, come Nino, era scesa in strada per giocare con amici, gli stessi che testimoniarono che a portare via Santina fu un uomo con una donna.

Le cronache del tempo riportano che le ricerche si concentrarono soprattutto sui campi rom della zona, così come sul fratello del nonno che in passato aveva venduto una neonata per 15 milioni di lire. In più, la sorellina riferì di una macchina di grossa cilindrata. Tante piste, ma un mistero insoluto. I sospetti attorno all’uomo, tuttavia, non divennerò mai una pista vera e propria.

Caccia al serial killer

Le modalità della rapimento prima di Nino e quindi di Santina, fecero sospettare che nella zona fosse attivo un serial killer. Il profilo sembra coincidere e i timori portarono a numerose segnalazioni. Una di queste condusse ad un nome: il 16enne Vincenzo Campanella, detto Enzo ma anche “sciminutu” perché affetto da problemi mentali. Campanella era inoltre imparentato coi Renda: il padre di Santina era il cognato di suo fratello.

Interrogato, Campanella arrivò addirittura a confessare: i giornali dell’epoca riportarono la sua drammatica frase “Santina è caduta mentre era in sella al mio motorino, è stato un incidente”. Tuttavia, Il ragazzo però venne dichiarato inattendibile anche da chi si stava occupando del caso, per cui venne ascoltato ma mai incolpato della sparizione. Questo fino alla sparizione numero 3.

La svolta dopo il nuovo omicidio

La colpevolezza del ragazzo venne rivalutata il 5 febbraio del 1992, quando a scomparire fu Maurizio Renda, cugino di Santina. Venne ritrovato tra le sterpaglie il giorno stesso della sparizione, morto ammazzato dal un colpo di spranga sulla testa. Gli amici rivelarono che Maurizio era con Vincenzo Campanella, che venne quindi indagato nuovamente; anche in questo caso, Campanella arrivò a confessare il delitto, dichiarando di aver cercato di violentare il bambino, che ribellandosi però fece scattare in lui una violenza sfrenata.

Un dettaglio inoltre fece da trait d’union a tutta la vicenda che in quegli anni sconvolse Palermo: Maurizio stava aiutando Vincenzo a spegnere il rame che l’allora 18enne ricavava dai fili di plastica. E proprio con un filo di rame era legato Nino, scomparso nel 1988.

Le prove in questo caso furono schiaccianti e Campanella fu condannato in totale a 29 anni di carcere, colpevole per la morte di Maurizio e la violenza carnale su Nino, Ma non venne mai condannato per la scomparsa di Santina.

Un amaro ricordo per la città

Un triste caso di cronaca di cui l’Italia intera parlò per molto tempo, di cui si occupò molto anche la trasmissione “Chi l’ha visto”, presentata ai tempi da Donatella Raffai. Molti appelli inascoltati, fotografie sparse ovunque e mai una risposta.  Per Palermo la ferita non si è mai rimarginata e i genitori di Santina sono probabilmente condannati a non ritrovare più neppure il corpo della piccola bimba di 6 anni, sparita un giorno mentre giocava con amici.