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Mantova, focolai di coronavirus: positivi 68 dipendenti di macellerie e salumifici

Pubblicato: 05/07/2020 17:21

Il coronavirus continua a diffondersi in Italia, come testimoniano i nuovi casi, dal Veneto, dove un manager tornato dalla Serbia ha infettato diverse persone, alla Campania. Nuovi focolai di coronavirus sono stati riscontrati nel mantovano, dove sono stati trovati positivi 68 dipendenti di macellerie e salumifici. Negli ultimi giorni diversi casi sono stati scoperti in almeno 5 attività produttive, i cui dipendenti sono stati sottoposti a tamponi. Le strutture sarebbero state chiuse e sottoposte a sanificazione.

Mantova, focolai di coronavirus nelle macellerie

Come riporta l’ANSA, da giorni un’area del mantovano vede diversi casi di coronavirus sviluppatisi in macellerie e salumifici. Tra Viadana e Desolo, al confine tra Lombardia ed Emilia Romagna, centinaia di dipendenti sono stati sottoposti a tamponi. I positivi sono fortunatamente casi lievi o asintomatici, di cui 2 sono ricoverati in ospedale ma non sarebbero in condizioni gravi.

L’Ats Valpadana ha segnalato l’ultimo caso al salumificio Fratelli Montagnini di Viadana. I 26 dipendenti sono stati testati per il coronavirus dopo il ricovero di uno di loro in ospedale con febbre alta e 5 sono risultati positivi.

Il problema del coronavirus nei macelli

La diffusione del coronavirus nei macelli è diventata problematica in tutto il mondo. In Germania, Stati Uniti, Irlanda e altri Paesi europei e non, decine di migliaia di lavoratori hanno contratto il COVID-19, spesso creando pericolosi focolai. Le motivazioni per questa diffusione nelle aziende che trattano la carne sarebbero diverse: dalle temperature fredde alla lavorazione dei capi animali che richiedono stretto contatto tra i dipendenti.

Anche le condizioni dei lavoratori potrebbero influire: spesso sono sottoposti a lunghi turni di lavoro, soprattutto durante il picco della pandemia. La carne è considerata un bene essenziale e per questo le macellerie hanno continuato a lavorare durante il lockdown. Inoltre molti sono operai sottopagati, e il rispetto delle regole igieniche e di distanziamento sociale, dentro e fuori dal lavoro, non viene loro garantito.