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Vincenzo De Luca al veleno contro il Nord: “Si sono fermati a contare migliaia di morti”

Pubblicato: 22/07/2020 21:22

Nuova frase al veleno del Presidente della Campania Vincenzo De Luca, che negli scorsi mesi ha abituato ad uscite forti e spesso spiazzanti. Nei suoi discorsi, non sono mancate in più occasioni delle vere e proprie frecciate contro personaggi politici, Regioni del Nord e paragoni nella gestione dell’emergenza Coronavirus. L’ultima uscita di De Luca tira in ballo le migliaia di morti registrate in Lombardia.

De Luca contro lo slogan “Milano non si ferma”

Era l’inizio dell’emergenza Covid-19. La Lombardia aveva appena registrato i casi di Codogno e paesi limitrofi e nessuno avrebbe potuto immaginare un’esplosione di pandemia del genere in Italia. Per questo, vennero lanciate alcune campagne come “Milano non si ferma“, proprio prima di fermarsi per limitare i contagi e i morti da Coronavirus. Scelte forse prese tardivamente, come ha sottolineato Vincenzo De Luca quest’oggi.

Visitando l’ospedale di Sapri, in provincia di Salerno, De Luca stando a quanto riportato da Ansa ha detto: “Abbiamo preso decisioni in anticipo di 20 giorni rispetto ad altre regioni. Quando noi chiudevamo altrove si facevano iniziative pubbliche, si diceva ‘Milano non si ferma’, ‘Bergamo non si ferma’, ‘Brescia non si ferma’, poi si sono fermati a contare migliaia di morti, migliaia non centinaia“.

La conta dei morti per il Coronavirus

Una frase forte, che alimenterà ulteriori polemiche tra il Governatore campano e i colleghi del Nord. De Luca però ha ribadito il punto facendo una sorta di conta dei morti per il Coronavirus, specialmente nelle case di riposo, la cui gestione in Lombardia è sotto inchiesta. “Solo nella provincia di Bergamo – le sue parole riportate da Ansaci sono stati 2.000 morti fra gli anziani delle residenze assistenziali. In tutta la Campania i morti nelle Rsa sono stati 14“.

Contestualmente, De Luca ha ribadito ancora la qualità della sanità in Campania, come peraltro fatto nei mesi precedenti in cui aveva asserito che il posto migliore per curarsi in Italia in quel momento fosse la sua Regione: “Qui abbiamo ospedali di assoluta eccellenza, non c’è bisogno di andare a Milano, Bologna, Verona, Pavia” ha detto oggi.