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Dal “Made in China” al “Made in India”

Pubblicato: 24/07/2020 13:11

Era chiaro sin dal principio che la pandemia di coronavirus avrebbe cambiato per sempre gli scenari internazionali. E soprattutto per quanto riguarda le grandi esportazioni asiatiche, il dato è stato evidente già nei primi mesi dell’anno. Prima la Cina – con lo scoppio dell’epidemia a Wuhan – e a ruota l’Asia meridionale hanno dovuto fare i conti con dei mutati scenari di mercato e con una produzione che è dovuta procedere a singhiozzo per il repentino aumento del numero dei contagi.
Tuttavia, per Nuova Delhi la questione ha trovato i suoi “unici” limiti nelle difficoltà produttive all’interno di un periodo complicato e generalizzato a livello internazionale. Per Pechino, invece, lo scoppio della pandemia è stata una tragedia su tutti i fronti. Oltre alle criticità con le quali ha dovuto fare i conti, la Cina ha visto infatti la sua immagine distrutta dalla mala gestione iniziale della pandemia. In questo scenario, il rischio per Pechino adesso risiede nella possibilità di perdere ampie fette di mercato, a vantaggio dei propri avversari internazionali, tra i quali i nemici indiani.

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