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Dal “Made in China” al “Made in India”

Pubblicato: 24/07/2020 13:11

Le produzioni dell’India non si sono fermate

Tessile, uno dei settori di punta dell’India. Fonte: Pixabay.

Anche in presenza della pandemia di coronavirus e delle misure restrittive applicate per prevenire la diffusione dei contagi, le fabbriche indiane non sono mai state per davvero fermate completamente. Benché infatti si sia verificato qualche rallentamento nelle prime settimane, la produzione indiana si è dimostrata all’altezza di reggere la pressione. E nonostante la scelta di continuare l’operatività in un clima quasi normale sia stato un grosso rischio per tutta l’India, la scelta sembra essersi dimostrata vincente. E allo stesso modo, anche il governo centrale e il presidente Narendra Modi hanno favorito questo atteggiamento delle industrie, cogliendo l’occasione anche per rendere più vantaggiose le assunzioni (con i lavoratori indiani che – alle solite – ne hanno fatto le spese maggiori).
Con un’economia stimata in contrazione per soltanto il 4,5% del proprio Pil, dalla catastrofe mondiale Nuova Delhi sembra esserne uscita sostanzialmente indenne. In una situazione che, salvo colpi di coda al momento ancora poco prevedibili e purtroppo per Pechino, potrebbe fare gola anche all’Europa.

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