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Uccide l’amante, 5 anni dopo il prete lo convince a confessare l’omicidio

Pubblicato: 06/08/2020 16:12

È stato Damiano Torrente, 46 anni, ad uccidere Ruxandra Vesco (detta Alessandra), 30enne scomparsa dal 2015 e di cui è stato ritrovato il cadavere gettato in un dirupo sul Monte Pellegrino.

L’uomo aveva confessato l’omicidio ad un prete, che lo avrebbe convinto ad andare dalla polizia.

La confessione dopo il percorso spirituale

L’uomo ha confessato l’omicidio a 4 anni di distanza al termine di un percorso di fede che lo ha portato a ravvedersi su quanto accaduto ed a decidere di confessare le sue colpe.

Damiano Torrente e Ruxandra Vesco erano diventati amanti dopo che lui l’aveva conosciuta per caso, quando lei era stata cacciata di casa da suo marito.

I due cominciarono ad avere una relazione sentimentale e sessuale, che per Torrente era anche extraconiugale. È lui stesso a raccontare su che basi si reggeva questo amore: “Tra noi è nata una relazione sentimentale e sessuale, l’ho accolta a casa mia perché in quel periodo mia moglie, insieme ai miei figli, era partita per la Romania. Questa signora aveva bisogno di soldi e quindi l’ho presentata a un mio amico, di cui non intendo fare il nome, che le ha prestato 2 mila euro, stabilendo un interesse di 50 euro settimanali. Ho garantito per lei”.

La portava al porto a prostituirsi

Da amante, Torrente si era presto trasformato in protettore: “All’inizio pagava regolarmente questi 50 euro. Per consentirle di avere dei soldi la aiutavo a prostituirsi, la accompagnavo la sera al porto e l’andavo a riprendere la mattina. A partire da settembre, ha iniziato a non pagare più i 50 euro perché spendeva per i suoi vizi (droga e alcol) i soldi che guadagnava con la prostituzione”.

Lui perde la testa e la strangola

Tra i due era nata una forte tensione, ad un certo punto, perché la donna voleva trasferirsi a casa di Torrente, che invece era sposato, e minacciava anche di denunciare l’uomo dicendo che la costringeva a prostituirsi. “Alessandra è tornata a casa mia, dicendo di non volersene andare e che voleva rimanere lì. Non so perché lei a tutti i costi volesse trasferirsi a casa mia. Io per questo ho perso la testa”.

Ruxandra Vesco uccisa con una corda

Quando ha “perso la testa”; Damiano Torrente ha deciso che l’unica soluzione era uccidere Ruxandra: “Ho preso una corda, sono pescatore ed in casa ne ho tante, e da dietro l’ho messa intorno al suo collo, facendo due giri e tirandola con forza per circa sei minuti, finché non è morta”. Dopodiché ha preso il corpo e l’ha buttato giù per un dirupo.

La confessione al prete

Poi, il cammino di fede ed il racconto dell’omicidio al prete: “Ho deciso di confessare quello che ho fatto perché la notte non riesco a dormire per i sensi di colpa e sono stato convinto da un prete, a cui avevo raccontato quello che avevo fatto”.

Il segreto del confessionale impone infatti agli uomini del clero di non poter raccontare alle autorità di un delitto confessato: il prete con cui ha parlato Torrente ha però cercato di convincere l’uomo a scaricarsi dal peso che lo stava affliggendo, facendo ciò che era giusto da un punto di vista morale.