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Borsa Italiana passa a Euronext: ecco dettagli, numeri e retroscena

Pubblicato: 12/10/2020 22:27

Dopo vari tentennamenti, diverse offerte e numerose smentite, alla fine, Borsa Italiana cambierà padrone. London Stock Exchange Group, la società che gestisce il mercato azionario della capitale britannica, ha accettato di vendere l’operatore di Piazza Affari al competitor Euronext per oltre 4,3 miliardi di euro.

Si tratta di un’operazione strategica sotto diversi aspetti, politici oltreché economici e finanziari. Ma andiamo con ordine ad analizzare il trasferimento di un asset che rappresenterà un terzo dei ricavi di Euronext, che già controlla le borse di Parigi, Amsterdam, Bruxelles e Lisbona e altri listini in Europa.

Tutto il pacchetto Borsa Italiana

Quando leggiamo che LSEG ha venduto Borsa Italiana a Euronext per la cifra di 4,3 miliardi di euro, tra le righe – ma, a dire il vero, gli operatori guardavano a questo aspetto in particolare – bisogna leggere un altro asset rilevante e di cui il gruppo londinese si è privato a malincuore: MTS, ovvero la piattaforma di trading dei bond, fiore all’occhiello del pacchetto di Borsa Italiana. Nato nel 1997, sull’MTS – acronimo di Mercato dei Titoli di Stato – si tratta, appunto, di titoli emessi dallo Stato italiano e da Paesi esteri e titoli garantiti dallo Stato. Essendo un mercato secondario all’ingrosso, all’interno dell’MTS di Stato possono operare solo operatori specializzati, ossia gli investitori istituzionali.

Alla negoziazione possono partecipare banche nazionali, comunitarie ed extracomunitarie, le imprese d’investimento italiane, dell’Unione Europea ed extra-UE, il Ministero del Tesoro e la Banca d’Italia. Perché è importante? Basta dire che ha un volume d’affari giornaliero di 90 miliardi di euro.

Euronext punterà molto sul mercato italiano

L’operazione LSEG-Borsa-Euronext prevede che MTS diventi il centro di eccellenza per il Fixed Income Trading a livello di gruppo Euronext, “in modo da sfruttarne le eccellenti competenze e potenzialità complementarmente e sinergicamente a livello europeo”, come commentato da Cassa Depositi e Prestiti; “Cassa di Compensazione e Garanzia si rafforzerà ulteriormente, assumendo il ruolo di clearing house di tutto il gruppo Euronext, nonché giocando un ruolo fondamentale sulla strategia futura nei servizi post-trade di Euronext; Monte Titoli diventerà il più grande Central Securities Depository del gruppo Euronext, con ruolo pivotale nella strategia su questo segmento di business”, ha aggiunto la controllata pubblica.

Sede London Stock Exchange Group
Sede London Stock Exchange Group (Fonte: unsplash)

CDP e Intesa: un ruolo rilevante nel futuro di Borsa

A prendere parte all’operazione sono anche altre due realtà italiane, la controllata statale Cassa Depositi e Prestiti e la prima banca italiana per capitalizzazione, Intesa Sanpaolo. CDP Equity, guidata da Pierpaolo Di Stefano, possiederà il 7,3% del capitale azionario di Euronext, al pari della francese Caisse des Dépôts et Consignations, omologa transalpina di CDP. In questo modo, CDP Equity entrerà a far parte dell’attuale gruppo di azionisti di riferimento della società, che gestirà – oltre a Borsa Italiana – altre sei borse valori in Belgio, Francia, Irlanda, Paesi Bassi, Norvegia e Portogallo, con oltre 1.800 società quotate per un totale di circa EUR4.400 miliardi di capitalizzazione di mercato.

“L’operazione è coerente con la mission di CDP di sostenere le infrastrutture strategiche del Paese con una prospettiva di lungo termine. Borsa Italiana, infatti, è un’infrastruttura finanziaria essenziale, rappresentando il principale hub per la raccolta di capitale azionario e obbligazionario da parte delle imprese italiane, con la presenza di 370 società quotate per una capitalizzazione complessiva superiore al 30% del PIL nazionale e con un’ampia presenza di PMI, a cui è anche dedicato il programma ELITE”, spiega CDP. Intesa, dal canto suo, investirà insieme a Euronext e CDP. “Da grande gruppo bancario europeo, crediamo fortemente in un progetto che porta verso una maggiore integrazione e il rafforzamento dell’infrastruttura finanziaria del Continente.

A breve, con la Brexit, l’Europa perderà il suo mercato dei capitali più importante. Noi crediamo che sia un’opportunità preziosa per costruire un mercato finanziario profondo al di fuori di Londra o New York”, ha commentato a margine dell’operazione Carlo Messina, Chief Executive Officer di Intesa Sanpaolo. “Euronext, rafforzata da Borsa Italiana, avrà la scala e la diversificazione per cogliere questa opportunità, auspicabilmente creando nello stesso tempo un mercato che si assume anche il titolo di leader globale nella finanza green e sostenibile”.

“Il nostro – ha concluso Messina – è un investimento strategico a favore di un progetto europeo che porta verso la Capital Markets Union e nel contempo sostiene le realtà italiane che vogliono espandersi anche oltre i confini nazionali, consentendo l’accesso a servizi che possano rafforzarle da un punto di vista patrimoniale e renderle più competitive a livello internazionale”.

Le reazioni della politica

Un rafforzamento di Borsa sotto Euronext non può che far piacere a chi controllo CDP, ovvero al governo italiano. Il ministro dell’Economia e delle Finanze, Roberto Gualtieri, ha definito l’operazione come “un passaggio fondamentale nella strategia perseguita dal Governo di rafforzamento del nostro mercato di capitali in un contesto europeo, e notando che “avviene grazie a un’operazione che vedrà l’Italia in posizione centrale all’interno di un gruppo leader a livello internazionale.

Investitori e imprese italiani avranno la possibilità di accedere a un pool più ampio di liquidità e a nuove opportunità di investimento e di crescita”. “Il nostro Paese e le nostre infrastrutture – prosegue Gualtieri – manterranno un ruolo strategico nel contesto del nuovo gruppo grazie a una adeguata rappresentatività dell’Italia nella governance di Euronext e una posizione di primo piano a livello industriale delle nostre infrastrutture di trading e post-trading”.

Il commento dell’esperto

Momento Finanza ha sentito nuovamente Bepi Pezzulli – direttore del think tank Italia Atlantica, investment manager ed esperto di capital markets – che ha spiegato: “Questo è – né più, né meno – il nuovo Mondo. L’UK è globale, sempre più atlantica allineata da un punto di vista commerciale, finanziario e geopolitico agli USA e all’Anglosfera e proiettata in Asia via Singapore e Hong Kong”.

Bepi Pezzulli
Bepi Pezzulli

“A questo si aggiunge il programma Shangai Stock Connect, che consente il trading di azioni cinesi in UK e inglesi in Cina, e la swap line tra la People’s Bank of China e la Bank of England, che consolida nella City l’hub della finanza internazionale in renminbi”, sottolinea Pezzulli.

“L’operazione Borsa Italiana-Euronext – prosegue l’esperto – è invece funzionale alla capital markets union. Cassa di Compensazione e Garanzia è invece funzionale alla creazione di una piattaforma di clearing europea. Strategicamente, LSEG diventa un gruppo di soluzioni di big data con operazioni integrate di negoziazione e post-trading mentre Euronext punta all’assorbimento di risparmio per il finanziamento delle PMI”.

“Secondo i piani, all’esito dell’acquisizione e dopo due aumenti di capitale riservati, CDP e l’omologa francese controlleranno una quota pari al 16% di Euronext, divenendo azionisti di riferimento. Lo Stato italiano avrà un debito stimato poco sotto il 160% del Prodotto Interno Lordo alla fine del 2020 mentre lo Stato francese si aggirerà intorno a un valore di poco inferiore al 120%. E questo dato è marcato con il circoletto rosso nei report degli analisti”, ha concluso l’esperto italo-britannico.

Cos’è la capital markets union?

Sia Messina che Pezzulli hanno citato la capital markets union o CMU. L’unione dei mercati dei capitali “è un piano per creare un mercato unico per i capitali. L’obiettivo è far fluire denaro – investimenti e risparmi – in tutta l’UE in modo che possa avvantaggiare consumatori, investitori e aziende, indipendentemente da dove si trovano”, come spiega la Commissione Europea.

Sebbene siano stati compiuti progressi dal 2015, i mercati dei capitali dell’UE rimangono frammentati. Ciò significa che i cittadini e le imprese europee non sono in grado di beneficiare appieno delle fonti di finanziamento e di investimento profonde, competitive, efficienti e affidabili che i mercati dei capitali possono offrire.

“Ora più che mai è necessaria una CMU forte e completa per sostenere la ripresa economica dopo la crisi del Covid-19 e finanziare le transizioni verdi e digitali”. In questo contesto, il 24 settembre scorso, la Commissione Europea ha adottato un nuovo piano d’azione per la CMU. Il piano prevede 16 misure legislative e non legislative per raggiungere tre obiettivi principali sostenere una ripresa economica verde, inclusiva e resiliente rendere l’UE un luogo ancora più sicuro in cui risparmiare e investire a lungo termine e integrare i mercati dei capitali nazionali in un vero mercato unico.

Okay, ma perché London Stock Exchange ha venduto Borsa e MTS?

Perché deve rilevare Refinitiv. In poche parole, affinché l’Antitrust dell’Unione Europea desse il via libera all’acquisizione di Refinitiv da parte del LSEG, quest’ultimo avrebbe dovuto cedere un asset come Borsa Italiana – più MTS e Monte Titoli – e il gruppo londinese ha preferito disfarsi dell’operatore di Piazza Affari per dare seguito all’operazione.

Refinitiv è un fornitore globale di dati finanziari, fondato nel 2018, controllata da Blackstone Group LP con una partecipazione del 55% e da Thomson Reuters per il restante 45%. LSEG rileverà Refinitiv per 27 miliardi di dollari americani se l’authority dell’UE guidata da Margrethe Vestager darà il via libera definitivo il prossimo 16 dicembre.

Non solo Borsa

Un’altra grossa operazione di merger delle ultime settimana ha interessato un’altra controllata pubblica, la società di pagamenti SIA nelle mani di Cassa Depositi e Prestiti, e Nexi, la paytech quotata sul listino a più alta capitalizzazione di Piazza Affari.

carta di credito in mano
carta di credito in mano (Fonte: pixabay)

Dopo mesi, se non anni, di corteggiamenti, alla fine le due società hanno deciso di fondersi, dando vita a un campione nazionale del settore dei pagamenti, con una voce grossa anche in Europa: la nuova società, infatti, sarà il maggior gruppo dell’Europa continentale dei pagamenti digitali, per numero di merchants, di carte e di transazioni acquiring e per totale di transazioni di pagamento cross-border, con circa 2 milioni di merchants, circa 120 milioni di carte e un numero complessivo di transazioni annue processate pari oltre 21 miliardi.

La nuova società beneficerà di ricavi aggregati pari a 1,8 miliardi di euro, di un Ebitda di 1 miliardo di euro e di un flusso di cassa operativo di 800 milioni di euro circa, con una capitalizzazione di oltre 15 miliardi di euro.

Ultimo Aggiornamento: 12/11/2020 18:12