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Verissimo, Maria Grazia Cucinotta sulla violenza subita: “Pensavano me la fossi inventata”

Pubblicato: 24/10/2020 18:10

Maria Grazia Cucinotta concede un’intervista a Silvia Toffanin nello studio di Verissimo. L’attrice, reduce dal 25° anniversario di matrimonio con il suo Giulio, ripercorre le principali tappe della sua vita e della sua brillante carriera. Tante le rivelazioni, tra cui la violenza subita da giovane a Parigi: “Ero pietrificata, non riuscivo a respirare“.

Un ottobre particolare per Maria Grazia Cucinotta

Maria Grazia Cucinotta è una delle ospiti volute da Silvia Toffanin per questo nuovo appuntamento con Verissimo. L’attrice apre il suo cuore alla padrona di casa ripercorrendo le tappe più importanti della sua vita, non solo quella vissuta sul set ma anche quella lontana dai riflettori. È stato un ottobre particolare quello che sta vivendo l’attrice, a cominciare da quel memorabile 7 ottobre che l’ha vista protagonista di fastosi festeggiamenti. L’occasione era delle più importanti: 25 anni di matrimonio al fianco del marito Giulio, con il quale convolò a nozze nel lontano 1995.

Ma l’attrice è stata protagonista, qualche giorno fa, anche di un racconto su un brutto episodio del suo passato. Come rivelato in un’intervista al settimanale Diva e Donna, la Cucinotta è stata vittima di violenza quando aveva solo 20 anni. Una vicenda dolorosa rimasta ancora impressa nella memoria dell’attrice.

Il dramma della violenza subita

Il racconto di questa terribile violenza subita viene affrontato dall’attrice con grande lucidità. La Cucinotta inizialmente spiega le sensazioni che ha provato in quel momento, preda (termine più volte da lei utilizzato) della follia di questo uomo: “Ero una ragazzina, ho dovuto raccontare perché tante volte pensi: ‘È facile perché a te non è mai capitato’. È capitato anche a me di avere paura, mi sono salvata ma non ti passa mai quel senso di essere preda. È brutto doversi sempre guardare le spalle, essere donna e avere paura di andare in giro la sera da sola, o in un locale. È brutto il fatto che debba sentirti o essere preda e che ci sia qualcun altro che possa avvantaggiarsi della sua forza fisica“.

Non riuscivo a respirare

L’attrice entra poi nel dettaglio del racconto: “Ero a Parigi, stavo rientrando in casa e vedevo un tipo dietro di me. Sono arrivata all’ascensore, lui mi ha messo le mani sul sedere, ha cercato di strapparmi la felpa e poi ha cominciato a strattonarmi. Io ero pietrificata, non riuscivo a respirare. Lui è scivolato nell’androne di marmo e sono riuscita a salire sull’ascensore e salire a casa. Lui è salito e ha cercato di sfondare le porte, poi ho chiamato la polizia. Ma lì sei una ragazzina di 20 anni e la prima cosa che pensi è che sia stata tu stessa a provocarli“. Una violenza, non fisica ma mentale, è avvenuta anche al commissariato di polizia, al quale si era recata per la denuncia: “Lì si sono messi a dirmi: ‘Cosa hai fatto? Come eri vestita? Pensavano addirittura che mi fossi inventata tutto, ma avevo i segni sul collo e così mi sono sentita ancora più sola. Ed è per questo che ho deciso di lottare contro la violenza e di stare accanto a tutte quelle donne che denunciano, ma non vengono credute“.