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Coronavirus: vaccino in Italia a metà gennaio, ma uno studio lancia l’allarme

Pubblicato: 13/11/2020 17:08

Dopo l’annuncio dell’azienda Pfizer sull’efficacia al 90% del loro vaccino contro il Coronavirus, c’è molta attesa per la sua distribuzione. Il Presidente del Consiglio Superiore di Sanità ha già dato una possibile data di arrivo e ha spiegato chi sarà vaccinato per primo. Buone prospettive anche per gli anticorpi monoclonali realizzati in Italia. Alcune preoccupazioni arrivano però da uno studio internazionale, che getta ombre sull’effettiva efficacia di un vaccino contro il Covid-19.

Covid-19, il vaccino in Italia da gennaio

La notizia data dalla Pfizer e dalla BioNTech ha acceso l’entusiasmo e le speranze per uscire dalla pandemia. “I risultati dimostrano che il nostro vaccino a base di RNA-messaggero può aiutare a prevenire il Covid-19nella maggior parte delle persone che lo ricevono” ha dichiarato l’azienda. Studi e test convincenti, che hanno spinto molti Paesi a farsi avanti per acquistarne già milioni di dosi. Fondamentale sarà costruire la “catena del freddo“, ossia mantenere il vaccino ai -70° necessari, per questo, “non è un vaccino che può essere dato dai pediatri o dai medici della mutua“.

A sottolineare le difficoltà logistiche, è il Presidente del Consiglio Superiore di Sanità, Franco Locatelli. Lo stesso, ha fornito una data di arrivo del vaccino in Italia. A Otto e mezzo, ha detto: “Da metà gennaio in poi ci saranno le prime dosi“. Locatelli ha specificato che “andranno inizialmente offerte a operatori sanitari, delle forze dell’ordine e alle popolazioni più fragili“. Sull’efficacia, ha poi aggiunto che: “I dati sui modelli animali e clinici sono buoni, ma per onesta intellettuale quanto durerà la memoria immunologica ce lo dirà il tempo“.

Allarme sul vaccino: le mutazioni diminuiscono l’efficacia

Direttamente collegato alle parole di Locatelli, c’è uno studio internazionale pubblicato nei giorni scorsi su PLOS Biology e firmato da esperti della Pennsylvania State University. Lo studio è incentrato sull’efficacia dei vaccini a fronte della mutazione del Sars-Cov-2. L’allarme lanciato, è quello che tali mutazioni potrebbero far crollare l’efficacia del vaccino. “La resistenza può rendere rapidamente inefficaci i vaccini. Imparando dalle esperienze precedenti e implementando questa conoscenza nella progettazione del vaccino, potremmo massimizzare l’impatto a lungo termine dei vaccini“, il passaggio riportato da Agi.

Fondamentale, potrebbe essere utilizzare i tamponi nasali per valutare la carica virale della persona e quindi scegliere quale vaccino possa essere più indicato. L’immunizzazione, ad ogni modo, resta la possibilità migliore per “rallentare l’evoluzione e la resistenza al vaccino, perché riduce le possibilità che si verifichino mutazioni“.

In arrivo anche i super-anticorpi monoclonali

Oltre all’arrivo dei vaccini come risposta per uscire del tutto dalla pandemia, nel corso del prossimo anno nella migliore delle ipotesi, sul banco ci sono altre strategie. Su tutte, grandi aspettative arrivano dalla produzione dei super-anticorpi monoclonali, realizzati in Italia da Menarini e dal Monoclonal Antibody Discovery del Tls diretto dallo scienziato Rino Rappuoli. Gli anticorpi monoclonali (MaB) sono utilizzati nel trattamento del Covid-19: nei casi in cui la malattia si sviluppa in una patologia respiratoria grave, i MaB possono riconoscere, legarsi e neutralizzare il virus responsabile. Come dichiarato ad Adnkronos salute dal presidente di Fondazione Toscana Life Sciences Fabrizio Landi, “L’obiettivo è di arrivare con le prime 100.000 dosi tra aprile e maggio“.

Lo scienziato Rappuoli, invece, sottolinea che anche con vaccini e anticorpi il Coronavirus non sarà del tutto sconfitto: “questo virus oramai è in ogni angolo del pianeta. Quindi non sarà facile eliminarlo del tutto, ma credo che riusciremo a fare in modo che non sia più una notizia perché sarà completamente controllato“. Lo stesso, secondo le parole riportate da TgCom24, ha poi dato la sua previsione: “Nei secondi sei mesi del 2021 diventeranno a disposizione in grande quantità, e se tutto va come previsto per la fine dell’anno prossimo potremmo essere abbastanza contenti di essere riusciti a mettere sotto controllo questa pandemia“.

Ultimo Aggiornamento: 13/11/2020 17:52