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Maestra d’asilo e revenge porn, l’audio della Preside: “Indurla a fare qualcosa di sbagliato”

Pubblicato: 16/12/2020 11:37

Nel corso del processo per il caso di diffamazione ai danni della maestra d’asilo, costretta alle dimissioni dopo che il suo ex fidanzato aveva diffuso alcuni suoi video privati, è stato fatto ascoltare un audio inviato dalla Preside dell’asilo alle colleghe della vittima, che confermerebbe le intenzioni della donna nel voler cacciare la ragazza, costi quel che costi.

La vicenda: costretta alle dimissioni

Nell’audio esaminato in aula, la Preside parla con tono esasperato. Siamo intorno a marzo 2018: la giovane vittima aveva appena scoperto della diffusione delle immagini da parte dell’ex, e si era rivolta alla Preside per spiegare quanto accaduto.

Quest’ultima l’avrebbe invitata a licenziarsi, ribadendo, a quanto pare, che se ciò non fosse accaduto lei avrebbe raccontato tutto.

L’audio della Preside

Se la ragazza in un primo momento avrebbe cercato di rivendicare i suoi diritti, una volta trovatasi in una riunione-processo davanti alla Preside e alle sue colleghe, messe al corrente dell’accaduto, avrebbe rassegnato le dimissioni. Il giorno dopo avrebbe però deciso di non convalidarle, e di procedere invece per via giudiziaria. Da lì sarebbe nato il sentimento di esasperazione della Preside, determinata ad eliminare la ragazza in qualsiasi modo. A quel punto, non sapendo cosa fare, con un vocale avrebbe inviato una richiesta alle altre maestre: “Non darà le dimissioni: cercate di indurla a farla qualcosa di sbagliato così lo prendo come pretesto per mandarla via. Ce l’ho a morte con lei e non voglio nemmeno vederla”.

L’idea, a quanto risulta, sarebbe stata quella di affidare alla giovane bambini difficili, oppure metterla in difficoltà in qualche altro modo e creare le condizioni per un errore fatale che potesse essere usato come giustificazione per un licenziamento.

La versione delle colleghe

Per quanto riguarda le colleghe della vittima, destinatarie dell’audio della Preside,  dichiarano di non ricordare molti dettagli e parlano di un atteggiamento solidale con la ragazza. Le loro parole, raccolte in fase di indagini preliminari, vengono lette in aula e riportate da Il Messaggero: “Noi cercammo di consolarla, di starle vicino, manifestammo il nostro affetto con abbracci e pacche sulla spalla. La preside le consigliò di prendersi un periodo di riposo e la lasciò libera di decidere se dimettersi o meno. Era la nostra collega, dopo la riunione, a volersi dimettere: disse che non se la sentiva di guardare in faccia i genitori e i bambini”.

Una versione che le vorrebbe dipingere come alleate della ragazza, e che fornirebbe un ritratto della Preside come persona protettiva e pronta a consigliare il giusto per il benessere della ragazza. Invece gli audio ascoltati in aula proverebbero l’esatto contrario.