Inizia il lento avvicinamento verso la scadenza dell’ultimo Dpcm del 3 dicembre, che stabilisce le regole contro l’emergenza Coronavirus in Italia. Il termine naturale è fissato al 15 gennaio, ed entro quella data andrà deciso cosa dovrà rimanere chiuso e cosa potrà invece riaprire. Non sembrano però esserci buone prospettive per i tanti esercizi ormai chiusi da oltre 2 mesi.
Dpcm, a rischio le riaperture a gennaio
Con le ultime restrizioni, gli italiani sono ora in una piccola “bolla di misure severe” che durerà sicuramente fino al 6 gennaio. Zone arancio e rosse fino all’Epifania, poi si dovrebbe tornare alla normale distinzione in base ai dati giornalieri e settimanali del Covid-19 sul territorio. Dopo quel giorno, però, occhi puntati al 15 gennaio: qui dovrà arrivare il nuovo Dpcm e, sperano gli esercizi ancora chiusi, possibili allentamenti.
Secondo numerose fonti, però, potrebbero esserci ulteriori rinvii. Le pessime notizie potrebbero riguardare palestre, piscine, teatri e cinema: attività chiuse da fine ottobre e che, secondo fonti di governo, potrebbero non riaprire neanche a metà gennaio.
Dpcm gennaio, si decide tutto dopo il 6
Le fonti riportano che il nuovo Dpcm verrà stilato molto a ridosso della scadenza, soprattutto perchè saranno determinanti i dati della pandemia dopo i giorni dell’Epifania. Se le misure avranno funzionato e saranno state rispettate, allora si potranno valutare nuove riaperture. Ma fonti di governo riprese da numerose agenzie di stampa riferiscono che non riguarderebbero cinema, teatri, sale da concerto, palestre e piscine; chiusure prorogate quindi, così come per impianti sciistici e, forse, le scuole. A pesare, molto, sarebbe il sostanziale stallo della curva epidemiologica, così come il timore per la nuova variante inglese.
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Palestre, piscine e cinema: le possibili misure
Da quello che filtra, si starebbe inoltre pensando a possibili nuovi modi per far riaprire in sicurezza e, al contempo, evitare una terza ondata. Per quanto riguarda cinema e teatri, il problema principale sarebbe evitare le code: all’interno della sala, le misure di distanziamento già funzionavano, si tratterebbe di perfezionare il sistema.
Discorso diverso per palestre e piscine: se di riapertura si tratterà, potrebbero venire contingentati ancora di più gli accessi agli spogliatoi e alle sale utilizzabili; inoltre, salterebbe ogni lezione di gruppo, così come la possibilità (per le piscine) di stare in più di uno per corsia.