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Omicidio Roberta Siragusa, le condizioni atroci del cadavere: “Provati da ciò che abbiamo visto”

Pubblicato: 04/02/2021 12:44

Oggi, nel giorno del funerale della giovane Roberta Siragusa, giungono anche i primi risultati dell’autopsia sul corpo della 17enne uccisa e trovata carbonizzata. Per l’omicidio della ragazza è accusato Pietro Morreale, fidanzato 19enne della ragazza.

Mentre gli inquirenti ancora s’interrogano sulla morte della ragazza ed il fidanzato di lei, Pietro, pare abbia tentato un suicidio in carcere, vengono celebrati a Caccamo i funerali di Roberta, con grandissima partecipazione di tutta la cittadina.

Roberta Siragusa, il cadavere era in stato terrificante

Il cadavere della giovane Roberta era in condizioni tali da far inorridire gli esperti che si sono occupati dei primi esami autoptici. Non solo: la vista del corpo carbonizzato e violato di Roberta ha turbato profondamente anche il legale della famiglia, l’avvocato Giuseppe Canzone, che ha definito il cadavere “dilaniato”. Le sue parole sono state riportate da Il Giornale di Sicilia: Siamo molto provati per quello che abbiamo visto (…) Dobbiamo attendere l’esito degli esami istologici per stabilire le cause del decesso. Dall’esame autoptico sono emerse gravi ustioni a livello del tronco, del viso e degli arti superiori e una parte degli arti inferiori. Non è ancora sufficiente per stabilire le cause della morte. La lingua protrusa può presentarsi nei casi di strangolamento, ma non è il caso in specie”.

Pietro Morreale tenta il suicidio in carcere

Pietro Morreale, attualmente detenuto in carcere, oggi avrebbe tentato un gesto estremo: pare infatti che abbia provato a darsi fuoco accendendo una sorta di cumulo fatto con la carta igienica che aveva in cella, dove è detenuto. Il suo tentativo non è andato a buon fine, ed è stato prontamente salvato.

Roberta Siragusa, i funerali a Caccamo

Stamattina Caccamo era in lutto: sono infatti in via di celebrazione i funerali per la giovane Roberta, che in paese era molto conosciuta e amata. “Alle donne va rubato il cuore, non la vita!”, recita uno striscione appeso nel piazzale della Chiesa. Sono fortissime le parole di Monsignor Corrado Lorefice, arcivescovo di Palermo, davanti alla bara bianca della 17enne: “Noi qui, stamattina, consegniamo Roberta ad un Corpo che è stato anch’esso martoriato e ucciso: il Corpo crocifisso di Gesù di Nazareth. Ucciso con violenza da uomini che non sapevano quello che facevano. Perché chiunque è violento non sa che la violenza ha la forza distruttiva di una bomba all’idrogeno: provoca una deflagrazione a cascata”.