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Mauro Romano, scomparso 44 anni fa ora potrebbe essere diventato un potente sceicco arabo

Pubblicato: 24/02/2021 14:15

Il 21 giugno 1977 nelle periferiria di Racale (Lecce), Mauro Romano un bambino di soli 6 anni scomparve nel nulla, senza lasciare alcuna traccia. Da allora la sua famiglia spera di poterlo ritrovare. Un anno fa l’arresto di un 70enne accusato di omicidio e occultamento di cadavere sembrava aver spento per sempre la speranza dei genitori di poter riabbracciare l’amato figlio, ma ora una notizia porta nuova luce nelle indagini.

Una nuova ipotesi riaccende la speranza

Le ipotesi sul caso di Mauro Romano sono state molteplici nel corso degli anni. Dall’omicidio alla pedofilia, passando per le ricerche del suo corpicino, i genitori del bambino hanno superato momenti assai difficili, senza mai perdere la speranza di poter ritrovare il loro amato figlio.

Qualche anno fa, la madre Bianca Colaianni aveva riconosciuto alcuni dettagli caratteristici di Mauro nel volto di un potente sceicco arabo, i cui scatti erano stati pubblicati all’interno di una rivista italiana. Era nata così una nuova supposizione: i rapitori del bambino lo avrebbero potuto affidare a dei canali di adozione illegale diretti verso i paesi arabi.

Da allora le indagini sono proseguite nel tentativo di vedere confermata questa nuova possibilità.

Le testimonianze portano verso la “pista araba”

Ospiti alla trasmissione Storie Italiane, i genitori di Mauro Romano e il loro legale Antonio La Scala hanno fornito importanti aggiornamenti sul caso. Sembrerebbe infatti che la famiglia del bambino sia ormai vicinissima alla presunta nuova famiglia del figlio scomparso.

L’avvocato La Scala ha iniziato ricordando come negli anni siano state molte le persone che hanno testimoniato in merito alla scomparsa del bambino. Dopo una prima confessione infatti, si sarebbero fatte avanti molte voci a porre fine al “velo di omertà” che per anni ha riguardato la vicenda. Tutte le testimonianze avrebbero portato all’accusa di un uomo molto vicino alla famiglia, colpevole di aver rapito il bambino.

L’uomo avrebbe continuato a frequentare la famiglia anche dopo il rapimento, senza mai confessare il reato commesso. Fra le molteplici confessioni inoltre, sarebbe emersa anche la cosiddetta “pista araba” e una testimone in particolare avrebbe dichiarato: “Mauro sta da qualche sceicco”.

I molteplici inviti di incontro

In seguito a queste dichiarazioni, l’avvocato La Sala ha cercato di ottenere maggiori informazioni reperendo documenti pubblici archiviati presso il Viminale e ribadendo alcuni sospetti. Mauro potrebbe infatti essere stato “venduto” dal suo rapitore a due persone ignote.

Recentemente, il presunto padre adottivo di Mauro avrebbe invitato la famiglia Romano a incontrarlo di persona, così da fugare ogni dubbio sulla sua persona. Dopo quest’invito tuttavia l’uomo sarebbe scomparso. In seguito, anche Antonio Romano, il fratello di Mauro si era recato negli Emirati sotto invito per incontrare la famiglia. Quest’ultima però aveva annullato l’appuntamento all’ultimo minuto.

La lettera inviata allo sceicco

Attualmente la famiglia di Mauro Romano starebbe tentando un contatto con quello che credono essere il loro figlio. Nello specifico, l’avvocato si è occupato di far recapitare una lettera e dei documenti rivolti allo sceicco. Inoltre ai fini del riconoscimento sarebbe necessario effettuare un test del Dna, capace di garantire la corrispondenza. Il legale non può attualmente fornire ulteriori informazione in merito al caso, che per la sua particolarità necessita di particolare attenzione.

Come da egli stesso ricordato infatti, se il rapimento venisse confermato la famiglia dello sceicco rischierebbe serie accuse, per aver compiuto un reato internazionale, adottando o peggio ancora comprando un bambino rapito. Dato il ruolo di rilevanza della famiglia araba è perciò necessario condurre le indagini con estrema discrezione.

Lo sceicco sarebbe uno degli uomini più ricchi al mondo e si teme che il timore di veder intaccata la sua posizione finanziaria internazionale potrebbe essere un ostacolo al riconoscimento.

Le parole dei genitori di Mauro Romano

Come ricordato dai genitori di Romano, la richiesta mossa al presunto figlio di sottoporsi al test del Dna nasce da una necessità di venire a conoscenza della realtà dei fatti. Non sarebbe infatti loro intenzione far perdere agi e vantaggi acquisiti dal figlio con la sua nuova famiglia.

Entrambi non nascondono di credere concretamente in questa nuova pista e di essere ansiosi di conoscere la verità. “Mio marito parla come fosse già lui lì presente e io sono convinta nel cuore della stessa cosa” ha ammesso la madre, dicendosi disponibile a perdonare il rapitore, qualora questi svelasse finalmente le dinamiche del rapimento del bambino.

Natale Romano ha inoltre dichiarato di temere che quello che crede possa essere suo figlio possa pensare che questo tentativo di ricongiungimento arrivi solamente per ottenere denaro da parte sua.

L’attesa di una risposta

“Il contatto c’è e anche qualche mezza risposta” ha aggiunto in conclusione il legale, assicurando come non vi sia intenzione di aprire una causa ai danni dei rapitori.

Ciò che ora la famiglia aspetta è un semplice segnale da parte della famiglia araba e del presunto Mauro Romano.

Ultimo Aggiornamento: 24/02/2021 14:56