Vai al contenuto

Omicidio Daphne Caruana Galizia, c’è la svolta: la confessione di uno degli assassini della giornalista

Pubblicato: 25/02/2021 18:34

Si chiude un capitolo della tragica vicenda dell’omicidio della giornalista Daphne Caruana Galizia a Malta nel 2017; uno dei 3 uomini coinvolti nell’assassinio, Vince Muscat, avrebbe confessato questo martedì il suo coinvolgimento e le dinamiche del delitto: il tribunale lo ha condannato a 15 anni di prigione.

La bomba che uccise Daphne Caruana Galizia

La giornalista Daphne Caruana Galizia aveva 53 anni quando una bomba installata nella sua auto ne causò la morte il 16 ottobre del 2017. Come rivelato dal Times of Malta, uno dei 3 uomini arrestati per l’omicidio della reporter, Vince Muscat, ha spiegato il 23 febbraio 2021 la dinamica del delitto davanti ai giudici del Tribunale de La Valletta.

Muscat ha deciso di parlare, cambiando la propria dichiarazione e professandosi colpevole dell’omicidio della giornalista. Sarebbe bastato un semplice sms per attivare l’ordigno nascosto nel veicolo della donna. Un messaggio in codice: “Rel1 = on”, che 30 secondi dopo l’invio ha fatto detonare la bomba. Muscat dovrà ora scontare 15 anni in carcere e pagare circa 42mila euro di spese legali.

Il presunto mandante dell’omicidio

Secondo quanto emerso, Muscat avrebbe deciso di collaborare con la giustizia nel tentativo di ridurre la propria pena dopo il rifiuto del governo di concedergli la grazia. Grazie alle informazioni rivelate da Muscat, gli investigatori hanno potuto arrestare altri 3 uomini, sospettati di aver fornito la bomba che uccise la giornalista.

Si tratterebbbe dei fratelli Adrian e Robert Agius e di Jamie Vella. Il colpo di scena della confessione di Muscat potrebbe però essere la chiave di volta nel processo che vede coinvolto anche un quarto uomo, l’imprenditore Yorgen Fenech, sospettato di essere la mente e il mandante dell’assassinio. Sarebbe stato lui a pagare i presunti assassini, ma Fenech ha sempre negato ogni coinvolgimento. Sempre Fenech, in attesa del processo, aveva tentato la fuga da Malta nel novembre del 2019 ma venne intercettato e arrestato a bordo di uno yacht.

I complici di Vince Muscat

Presenti in aula anche i presunti complici materiali di Muscat, i fratelli George e Alfred Degiorgio, che sono rimasti in silenzio. La polizia aveva arrestato i 3 uomini nel dicembre del 2017, due mesi dopo la morte di Daphne. Il quotidiano locale Times of Malta ha riportato per primo la svolta in uno dei casi più controversi degli ultimi anni, dichiarando la decisione di Vince Muscat di riconoscere la sua colpevolezza.

Il figlio di Daphne Caruana Galizia, Paul, è stato il più attivo nella lotta per la verità, scagliandosi contro quella che definì una mafia, ricorda la Bbc. In un comunicato ufficiale, a seguito della sentenza di martedì, la famiglia della giornalista ha espresso la speranza che “questi sviluppi portino a totale giustizia. Il suo assassinio ha distrutto il suo diritto alla vita e a godere della sua famiglia e dei suoi nipoti, nati dopo la sua morte”.

La giornalista aveva scoperto una grossa rete di corruzione

Daphne Caruana Galizia, nota come “donna Wikileaks”, aveva portato a galla una grossa rete di corruzione che coinvolgeva istituzioni maltesi mentre indagava sullo scandalo Panama Papers. Caruana Galizia aveva un’esperienza trentennale nel mondo del giornalismo. Il suo ultimo lavoro l’aveva portata ad accusare politici e alti ufficiali di corruzione, nel suo famoso blog Running Commentary.

La giornalista si direbbe avesse quindi scoperchiato un vaso di Pandora che arrivava fino all’allora primo Ministro maltese Joseph Muscat (non imparentato con il reo confesso Vince). Per questo motivo, da anni si pensa che dietro il suo omicidio ci siano pezzi grossi dell’establishment, che avrebbero ordinato di ridurre al silenzio la reporter, assoldando dei sicari. Muscat ha rassegnato le sue dimissioni da Primo Ministro nel gennaio 2020, dopo che alcuni suoi stretti collaboratori sono rimasti invischiati nel caso.