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Astrazeneca, scoperti 29 milioni di dosi di vaccino nascosti in Italia: esplode il caso

Pubblicato: 24/03/2021 13:19

In Italia ci sarebbero 29 milioni di dosi di vaccino AstraZeneca che l’Europa starebbe cercando e rivendicando da settimane, e che invece sarebbero state tenute nascoste con l’obbiettivo di farle arrivare nel Regno Unito, che ormai da tempo celebra con successo la propria campagna vaccinale.

Diventa sempre più complessa la vicenda AstraZeneca, tra sospensioni temporanee e dosi promesse -e spesso non mantenute- e minacce di azioni legali da parte dell’Unione Europea. Ora, la scoperta di queste 29 milioni nascoste sotto i cuscini del divano italiano – un divano che scotta e si affanna nel voler combattere la pandemia nei tempi permessi dalle autorizzazioni dell’Ema- fa esplodere ulteriormente la situazione e mette ancora più in bilico la credibilità della casa farmaceutica.

29 milioni di dosi rappresentano una quantità di vaccino che farebbe svoltare la situazione pandemica per più di un Paese. Se andassero al Regno Unito (dove parrebbe fossero destinate ad andare) garantirebbero la seconda dose a tutti coloro che in questo momento la stanno aspettando. Se tornassero a Bruxelles, sarebbero chiaramente ridistribuite secondo accordi e necessità.

Astrazeneca, il mistero dei vaccini prodotti in Olanda

Scoprire da dove provengano queste dosi e perché si trovino in Italia, non è stato semplice. A quanto pare, il vaccino AstraZeneca verrebbe al momento prodotto in due stabilimenti: a Leida, in Olanda, ed a Seneffe, in Belgio. Lo stabilimento belga avrebbe già ricevuto l’autorizzazione dell’Ema, quello olandese no. Lo stabilimento di Leida non si sarebbe però mai fermato con la produzione, collaborando anche da settembre con il Regno Unito ( che non è più obbligato a seguire i tempi delle autorizzazioni Ema) ed avrebbe addirittura intensificato la produzione.

Fino a un certo punto le dosi sono andate nel Regno Unito: poi, dal 1 febbraio, il flusso di spedizione sembra essersi interrotto: d’altronde, da quel momento il nuovo regolamento sull’export, entrato in vigore in quei giorni, avrebbe messo le pastoie alle spedizioni, impedendo alle fiale di superare i confini europei. 

Le macchine a Leida non si sono però fermate, scatenando un interrogativo su tutti a Bruxelles: dove finisce il vaccino prodotto? La Stampa riporta il turbine di richieste di spiegazioni ad AstraZeneca e Regno Unito che sono seguite al blocco del 1 febbraio, ma nessuno a quanto pareva dava risposte esaustive. A condurre le ricerche era Thierry Breton, commissario Ue, che ben conosceva la situazione dello stabilimento olandese.

Dosi trovate in Italia: pronte per la sanità britannica?

L’ipotesi “Italia” ha fatto capolino come ultima spiaggia: si è infatti pensato che ad Anagni, nello stabilimento Catalent, si provvede infatti alla filatura delle dosi. È nato dunque il sospetto che fosse lì che venivano dirottate le dosi prodotte a Leida, e così Bruxelles ha chiesto alle autorità italiane di indagare: ed ecco che le dosi sono state ritrovate. La Stampa riporta che le Fonti Ue non ritengono debbano essere per forza tutte dosi prodotte nei Paesi Bassi e poi “nascoste” in Italia, ma che con ogni probabilità fossero pronte per essere mandate nel Regno Unito, nonostante Bruxelles stesse chiedendo con forza ad AstraZeneca, da settimane, di rispettare gli accordi di consegna.

Astrazeneca: accordo sottobanco con il Regno Unito?

Le stesse fonti sospetterebbero che alla base del sotterfugio ci sarebbero accordi Astrazeneca-Regno Unito, che taglierebbero l’Unione Europea fuori dai giochi per favorire la campagna vaccinale britannica. Nel frattempo, continuano ad arrivare ben poche risposte da AstraZeneca, e viene visto sotto una nuova luce il fatto che in passato le informazioni ed i dati sul vaccino arrivassero con difficoltà all’Ema, provocando continui slittamenti che ora assumono l’aspetto di “temporeggiamenti”.