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Diego Bianchi replica a Rula Jebreal su Propaganda Live: il granchio sulla “competenza” e la partecipazione di donne in tv

Pubblicato: 15/05/2021 11:01

La querelle di ieri sera su Propaganda Live e la mancata partecipazione di Rula Jebreal al programma di Diego Bianchi riaccende i riflettori su un problema che la televisione italiana ha con la rappresentanza femminile. Propaganda Live è un’eccezione nel panorama televisivo italiano, con servizi su storie che altrimenti non sarebbero mai stati trattati in un programma televisivo, dai braccianti alla Val di Susa.

Le parole di Diego Bianchi all’inizio della puntata, in risposta alla presa di posizione della giornalista, e la difesa spasmodica dei fan sui social, mostrano però che sul tema della partecipazione delle donne e del maschilismo, l’Italia è vittima di grandi fraintendimenti, anche se in buona fede.

Rula Jebreal dice no a Propaganda Live

Ieri sera la polemica televisiva si è concentrata su Propaganda Live, in onda su La7, dopo che l’ospite invitata per parlare della guerra in corso tra Israele e la Striscia di Gaza, la giornalista palestinese Rula Jebreal, ha deciso di non partecipare. Jebreal, vedendo gli altri ospiti chiamati a intervenire nella trasmissione di Diego Bianchi, ha declinato, essendo l’unica donna in un parterre per quella sera al maschile.

La replica di Diego Bianchi a Rula Jebreal

A inizio puntata, il conduttore Diego Bianchi è intervenuto sulla questione. “Zoro” ha dichiarato che probabilmente il fraintendimento è nato dalla disposizione degli ospiti pubblicizzati sui social, con una foto di quello principale, in questo caso Rula Jebreal, che compariva insieme agli altri che, caso vuole, per questa puntata erano tutti uomini.

Rula Jebreal non conosce la nostra trasmissione, ci dispiace, spero che veda questa puntata“, dichiara Bianchi, che spiega come Propagandada sempre, con tanti errori fatti negli anni, fin da Gazebo” abbia sempre cercato di includere donne, nonostante sia effettivamente nata da un gruppo di maschi e scritto, diretto e condotto da uomini.

Propaganda Live, ospiti scelti per “competenza non per il sesso”

Noi quest’anno, la cosa assurda, è che siamo un po’ particolari, abbiamo questo premio, Diversity Award, l’abbiamo vinto quest’anno e forse dovremmo darci più peso. È proprio un premio, dice che questa trasmissione è la più figa di tutte nel rappresentare le diversità di genere, d’etnia, di lingua, di cultura…“, continua Bianchi.

Il limite della rappresentanza femminile lo conosciamo, cerchiamo di lavorarci. Ci viene istintivamente l’idea di chiamare un uomo o una donna perché competenti, chiamiamo quella persona perché è la migliore per parlare di quella cosa e non ci pensiamo subito al sesso“, conclude il conduttore, “L’episodio di oggi è particolarmente spiacevole perché non avevamo chiamato Rula Jebreal perché è una donna, ma perché data la situazione, data la storia di Rula Jebreal, ci sembrava la persona migliore per aiutarci. La scelta dei nostri ospiti non è mai neutra, è una scelta“.

Il commento di Rula Jebreal
Il commento di Rula Jebreal

La tv italiana ha un problema con le donne

Purtroppo a volte la toppa è peggio del buco, come in questo caso. Propaganda Live è una trasmissione inclusiva? Sì, certo. Diego Bianchi ha portato in prima serata tematiche delicate, è stata l’unica trasmissione italiana ad avere ospiti transessuali, ma in questo caso ha mostrato ancora una grande mancanza in merito al trattamento delle tematiche femminili.

Il fatto che il livello generale dei programmi televisivi in merito all’inclusione delle donne sia basso, molto più basso di quello di Propaganda Live, non può scusare quanto accaduto. Anzi, dovrebbe spingerci a chiedere maggiore attenzione per la partecipazione delle donne nella televisione.

Propaganda Live è inclusiva? Sì. Ma Rula Jebreal ha ragione

Diego Bianchi con la sua difesa ha sbagliato per due motivi, principalmente. Il primo è che non si può rispondere alla presa di posizione di una donna, in questo caso Rula Jebreal, dicendo “ora ti spiego cos’è Propaganda Live“. La giornalista ha dichiarato che vivendo all’estero non segue la televisione italiana, quindi probabilmente non conosce la trasmissione, ma allo stesso tempo, di fronte a osservazioni sul numero di donne che hanno accesso alla prima serata, non ci possono essere scusanti.

Diego Bianchi, nonostante la velata autocritica, è inciampato nel classico dei mansplaining, cioè “ora ti spiego perché non hai ragione”. Rula Jebreal, come qualsiasi altra persona, ha il diritto di declinare l’ospitata per le ragioni che ritiene più opportune. Invece di questionare sulla bontà di tali ragioni, questa avrebbe potuto essere l’occasione per fermarsi e riflettere su un aspetto della società che chiaramente merita maggiore attenzione.

La “competenza” è quasi sempre maschile, anche a Propaganda Live

La scusa che viene usata in ogni situazione che riguardi la televisione, sul fatto che ci siano molti più uomini che donne, perché gli ospiti vengono scelti per una competenza che trascende il sesso, no regge più. Come riporta l’Osservatorio di Pavia, sulla pagina Facebook “Le donne contano“, la presenza di donne nei talk show è ferma al 32%.

Secondo i dati fino al giugno 2020, da questo conteggio non è esente Propaganda Live, che ha visto 13 uomini contro 7 donne partecipare alla trasmissione. La questione non è quindi la competenza, a meno di dare per assodato il fatto che le donne sono meno competenti degli uomini. Il problema è che le donne competenti fanno molta più fatica a emergere rispetto alle controparti maschili e sì, è per una questione di sesso. Ammetterlo può essere il primo passo per risolvere la situazione.

Il maschilismo sui social

La contraddizione di fondo del progressismo in Italia risulta ancora più evidente sui social, dove il dibattito è stato molto aspro e ha portato alla luce il maschilismo latente anche di chi si ritiene più all’avanguardia. A parte gli insulti a Rula Jebreal, che non meritano commenti, uomini e donne telespettatori e telespettatrici abituali di Propaganda Live hanno criticato una scelta personale, alcuni addirittura andando a pescare foto di trasmissioni a cui la giornalista ha partecipato come sola donna. A parte che ognuno è libero di cambiare idea, ma il fatto è che la sensibilità su questi temi è mutata repentinamente, e sta ancora affinandosi.

Ancora una volta però si assiste a un barricarsi che esclude qualsiasi riflessione oltre alla difesa della propria “parte”. Le attenuanti non possono essere che su 4 ospiti fissi 2 sono donne, che hanno comunque uno spazio ridotto. Significa guardare il dito e non la luna. Rula Jebreal è stata molto denigrata proprio da quelli che fanno della questione femminile spesso una loro battaglia. Come nel caso di Propaganda Live, anche i suoi sostenitori sono incappati nel classico atteggiamento del predicare bene e razzolare male. E se vogliamo portare avanti una battaglia per l’emancipazione vera delle donne nella società, questo atteggiamento non può essere più scusato.