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Luca Attanasio: arrestati dei sospetti per la morte dell’ambasciatore, di Iacovacci e di Milambo in Congo

Pubblicato: 22/05/2021 22:24

Ci sarebbero stati alcuni arresti nelle indagini sulla morte di Luca Attanasio, l’ambasciatore italiano nella Repubblica democratica del Congo ucciso lo scorso febbraio. Insieme al diplomatico 44enne sono morti nell’agguato anche il carabiniere Vittorio Iacovacci e l’autista Mustapha Milambo.

A riferire gli sviluppi nel caso, il presidente congolese Félix Tshisekedi, il quale ha riferito che ci sarebbe una banda criminale dietro l’attentato che ha ucciso Attanasio mentre viaggiava con una delegazione del Programma alimentare mondiale.

Arrestati alcuni sospettati dell’assassinio di Luca Attanasio

Ci sono sospetti che sono stati arrestati e vengono interrogati“, ha dichiarato il presidente congolose Félix Tshisekedi al quotidiano Paese Actualité. “Al di là di questi sospetti, c’è sicuramente un’organizzazione. Sono uomini organizzati in bande. C’è sicuramente chi li protegge. Dobbiamo mettere tutti gli elementi in fila. Abbiamo la collaborazione dei servizi italiani e stiamo lavorando duramente“, ha aggiunto Tshisekedi.

Il presidente conclude: “È drammatico. Conoscevo personalmente questo ambasciatore. È terribile. La sua morte mi ha sconvolto. Mi motiva di più a cercare i sospetti e soprattutto a mettere fine a queste sacche di violenza nell’est della Repubblica democratica del Congo“.

La morte di Luca Attanasio, Vittorio Iacovacci e Mustapha Milambo

L’ambasciatore Luca Attanasio, il carabiniere Vittorio Iacovacci e Mustapha Milambo, autista congolese dipendente del Programma alimentare mondiale, sono morti il 22 febbraio in un attacco al convoglio delle Nazioni Unite. I tre uomini viaggiavano con una delegazione di sette persone per un programma di alimentazione scolastica, quando hanno subito un’imboscata sulla strada tra Goma e Rutshuru, nel Nord Kivu, nei pressi del parco di Virunga.

Milambo sarebbe morto sul colpo, mentre Attanasio e Iacovacci sono stati portati nella foresta probabilmente per un sequestro a scopo di riscatto. Sono poi rimasti feriti nello scontro a fuoco tra i rapitori e, presumibilmente, i ranger del parco e l’esercito congolese. Attanasio è morto durante il trasporto in ospedale.

Le indagini sull’imboscata

Come riporta EuroNews, ci sono tre inchieste relative a quanto accaduto, una del Dipartimento delle Nazioni Unite per la Sicurezza, una delle autorità italiane e l’altra della Repubblica democratica del Congo.

Lo scorso marzo, in un comunicato, il Programma alimentare mondiale ha reso noto che “Le conclusioni della verifica dei fatti del UNDSS sono state fatte pervenire alle autorità italiane. Tali conclusioni devono rimanere riservate poiché contengono dati sensibili ed informazioni personali, e per garantire l’integrità delle indagini e delle verifiche in corso. Il WFP (World Food Programme, nda) e le Nazioni Unite sostengono le autorità congolesi e quelle italiane nelle loro indagini penali sull’incidente e stanno anche conducendo una verifica interna su procedure e politiche di sicurezza applicabili“.

La violenza endemica in Congo

La regione del nord-est del Congo in cui viaggiava l’ambasciatore Luca Attanasio è una delle più instabili del Paese africano. Il Nord Kivu è ricco di materie prime preziose, come coltan e cobalto, indispensabili per produrre componenti tecnologiche, dagli smartphone ai computer. Proprio per questo la regione è vittima di un intenso sfruttamento e attira l’avidità di vari attori e gruppi armati che difendono i loro interessi sul territorio.

Ci sono centinaia di milizie e bande che operano nella zona, contrastate con altrettanta violenza dai ranger che cercano di salvaguardare le ricchezze naturali del luogo e forze di sicurezza statali. In questo contesto operano anche gruppi jihadisti come lo Stato Islamico, che si contendono il controllo del territorio ai danni della popolazione locale.