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Saman scomparsa dopo il rifiuto al matrimonio combinato: un arresto, il padre della 18enne rompe il silenzio

Pubblicato: 30/05/2021 13:39

Prima svolta nel giallo della scomparsa di Saman, la 18enne di origine pakistana le cui tracce si sono perse circa un mese fa a Novellara, nel Reggiano, dopo un presunto rifiuto a un matrimonio combinato. Mentre continuano le ricerche della giovane, e 5 nomi risultano iscritti nel registro degli indagati in merito alla sparizione, arriva la notizia di un arresto e il padre della ragazza rompe il silenzio.

Saman scomparsa dopo il rifiuto al matrimonio combinato: un arresto

Non si esaurisce lo strascico di interrogativi e apprensione sulla sorte della 18enne Saman Abbas, scomparsa a Novellara circa un mese fa dopo essersi opposta, secondo le cronache, a un matrimonio combinato.

Dopo la notizia dell’iscrizione di 5 persone nel registro degli indagati (genitori, zio e 2 cugini della ragazza), nelle ultime ore sarebbe stato eseguito un arresto in Francia. A essere fermato dalle autorità sarebbe un cugino della 18enne, tra gli indagati dopo le verifiche su un video in cui si vedrebbero 3 soggetti aggirarsi tra i campi con una pala. L’uomo, Ikram Ijaz, sarebbe stato identificato su mandato di cattura europeo e arrestato a Nimes.

Le ricerche, riporta l‘Ansa, sarebbero concentrate nei terreni che circondano il luogo di lavoro dei familiari proprio a Novellara, e nel ventaglio delle ipotesi resterebbe ancora quella di omicidio.

Saman scomparsa a Novellara, il padre: “È viva

Mentre si attende l’avvio delle procedure di estradizione per l’uomo arrestato, il padre della 18enne scomparsa, Shabbar Abbas, sarebbe stato raggiunto telefonicamente dal quotidiano Il Resto del Carlino e avrebbe dichiarato quanto segue: “Mia figlia è viva, l’ho sentita l’altro ieri. È in Belgio e sta bene. Il 10 giugno torno in Italia e spiego tutto ai carabinieri“. La famiglia della giovane avrebbe raggiunto il Pakistan qualche settimana fa, secondo quanto finora emerso sulla cornice della vicenda.

Le operazioni di ricerca proseguono, coordinate dalla Procura di Reggio Emilia e dai carabinieri, e le attività interesserebbero anche canali, pozzi e serre nei campi della zona.