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Plastica monouso al bando da luglio: addio a posate, piatti e cannucce. Proteste di Governo e Confindustria

Pubblicato: 03/06/2021 23:28

Il prossimo 3 luglio scatterà la messa al bando della plastica monouso da parte dell’Europa. In occasione di questa importante scadenza, la Commissione europea ha reso note le linee guida che i vari Paesi membri dovranno adottare in vista dell’applicazione delle norme. L’iniziativa sta suscitando parecchie polemiche, soprattutto in Italia, dove Confindustria e governo rilevano possibili ricadute negative sull’intero comparto e chiedono di rivedere il provvedimento.

Bandita plastica monouso e prodotti in carta-plastica

La direttiva europea denominata SUP (Single-Use Plastics) ha come obiettivo quello di ridurre l’impatto sulla natura dei prodotti in plastica. Si fa riferimento, in particolare, all’inquinamento degli oceani, ma anche alle conseguenze che le microplastiche disperse nell’ambiente possono avere sulla salute dell’uomo. In questo senso la plastica monouso è quella considerata più dannosa, perché gettata subito dopo il primo utilizzo.

La messa al bando del prossimo 3 luglio riguarda quindi oggetti della vita quotidiana, come posate, piatti, cannucce, tazze e contenitori per alimenti e bevande. Le linee guida, pubblicate dalla Commissione europea, indicano che la direttiva debba ritenersi valida anche per la plastica definita come “biodegradabile” e per tutti i prodotti monouso di carta, come contenitori, piatti o bicchieri, qualora siano provvisti di un sottile rivestimento di plastica.

Plastica monouso al bando: le reazioni di Confindustria e governo

Al centro del dibattito troviamo proprio questi oggetti compositi, fabbricati in carta, ma resi impermeabili grazie ad uno strato di materiale plastico. Secondo Confindustria, l’Italia rappresenta l’eccellenza nella produzione di oggetti di questo tipo e limitarne fortemente l’uso a livello europeo significherebbe affossare un settore che conta migliaia di dipendenti: “Le linee guida UE su Direttiva SUP chiudono di fatto un intero settore industriale – ha scritto su Twitter il presidente Carlo BonomiNon vedo reazione decisa e coesa da politica, sindacati, imprese; sembra non interessi il futuro dei lavoratori del settore del packaging, eccellenza italiana nel mondo”.

Dello stesso avviso il ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti, che ha avuto modo di evidenziare il tema in occasione del Consiglio europeo sulla Competitività, svoltosi a Bruxelles il 26 e il 27 maggio scorsi. L’esponente della Lega ha così rilanciato l’ipotesi di una diversa tempistica nell’uscita dalla produzione di prodotti come bicchieri e piatti di carta monouso: “Si potrebbe pensare di porre una riserva sull’entrata in vigore della norma, perché il settore rischia di pagare un prezzo troppo alto – sottolinea Giorgetti in una nota del Ministero – Se in un prodotto la componente in plastica è dell’8% rispetto al 92% di carta forse è il caso di aver un atteggiamento di tipo diverso”.

Plastica monouso: la spiegazione della Commissione europea

La Commissione europea dal canto suo ha già parzialmente risposto a queste obiezioni, spiegando come i potenziali rischi siano presenti anche nel caso di oggetti misti, carta-plastica: “Laddove tali bicchieri, contenitori per alimenti o piatti rivestiti in plastica sono gettati nei rifiuti – si legge sul sito della Commissione – la carta può dissolversi in modo relativamente rapido, ma la parte in plastica può rimanere nell’ambiente per molti anni, potenzialmente disintegrandosi in ulteriori microplastiche”. Un discorso analogo viene fatto anche per la plastica biodegradabile, perché, sempre secondo la Commissione, non esistono attualmente standard tecnici concordati per certificare l’assoluta biodegradabilità di uno specifico prodotto plastico.

La richiesta che proviene dagli industriali è quella di rivedere i contenuti delle norme o di posticiparne l’entrata in vigore, ma non sarà facile per il governo scendere a patti con gli altri Paesi europei. È anche su questo terreno che verrà messo alla prova il dialogo fra Italia ed Europa nelle prossime settimane, alla ricerca di un eventuale punto di incontro.