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Massimo Bossetti denuncia i magistrati di Bergamo per “depistaggio” dopo il rifiuto di cedere i reperti del DNA

Pubblicato: 09/06/2021 22:54

Massimo Bossetti ha presentato una denuncia contro i magistrati di Bergamo per depistaggio nell’ambito delle indagini sull’omicidio di Yara Gambirasio. Il muratore di Mapello è stato condannato all’ergastolo per la morte della ginnasta, ma rimane in piedi una lunga battaglia processuale. L’ultimo atto è stato il negare agli avvocati della difesa di Massimo Bossetti l’accesso a campioni di DNA, reperti che secondo i legali del muratore, potrebbero portare alla revisione del processo.

Massimo Bosetti: denuncia contro i magistrati di Bergamo

Come riportato dal settimanale Oggi, Massimo Bossetti ha presentato denuncia per depistaggio contro i magistrati di Bergamo. Sull’accusa indaga la Procura di Venezia, che secondo le indiscrezioni è stata mobilitata dopo il rifiuto di mettere a disposizione dei legali di Bossetti alcuni reperti del caso Yara Gambirasio.

In particolare, gli avvocati del muratore, Claudio Salvagni e Paolo Camporini, puntano il dito contro la conservazione dei reperti. La Corte di Cassazione si è espressa sulla questione tre volte, ammettendo che i magistrati bergamaschi potessero mettere a disposizione i campioni di DNA alla difesa. La Corte d’Assise di Bergamo ha però opposto il suo rifiuto, scatenando la reazione dei legali. “Presenteremo il quarto ricorso in Cassazione“, ha annunciato Claudio Salvagni.

Il post dell’avvocato di Massimo Bossetti

Il legale Claudio Salvagni, il 6 giugno, ha scritto un post su Facebook in cui ha ribadito l’innocenza del suo assistito. “Massimo Bossetti è innocente. Se mai avessi avuto dei dubbi, ora ne ho la certezza. Il NON RISULTATO ottenuto con la nuova pronuncia della Assise di Bergamo è, nuovamente, la dimostrazione della piena innocenza di BOSSETTI e che è semplicemente, al pari di tanti e tanti altri ingiustamente condannati, vittima di un sistema sordo e cieco“, dichiara in merito alla decisione dei magistrati di Bergamo di negare l’analisi dei reperti.

Cosa nascondono quei reperti e campioni di così tremendo? Cosa si vuole celare alla difesa? Perché negare pervicacemente qualcosa a cui eravamo già stati autorizzati?“, continua, “Mi domando se sia da Paese civile impedire, sempre e comunque, alla difesa di esaminare l’unica prova che ha portato alla condanna all’ergastolo una persona“.

La decisione della Corte d’Assise di Bergamo

La denuncia arriva dopo la decisione della Corte d’Assise di Bergamo lo scorso 3 giugno di bocciare la richiesta dei legali di Bossetti di revisionare i reperti “secondari” che hanno portato alla condanna del 51enne, identificato come “Ignoto Uno”. La Corte di Cassazione aveva sancito il diritto della difesa a queste analisi, che potrebbe aprire alla possibilità di una revisione del processo. Gli avvocati ora si dicono pronti a dare battaglia.