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Il punto e il super punto
, quando una storia d’amore può finire malissimo a seconda di dove lo metti

Pubblicato: 14/06/2021 08:37

Il punto fermo, oltre a essere il segno di punteggiatura più forte, è anche il più antico di tutti. Sì, perché veniva usato già dagli antichi Romani nelle epigrafi latine per separare le parole, anche se, i nostri antenati, ne facevano un uso diverso dal nostro. Non veniva messo nell’angolo in basso a destra dell’ultima parola, ma era sospeso su per giù a metà rigo. Questa era la loro “punteggiatura”: punti sospesi che dividevano frasi, parole o singole lettere in modo logico.

Il punto ai giorni nostri: prendiamoci una pausa

Tornando al 2021, con segno forte si fa riferimento alla pausa lunga e netta che questo puntino conferisce alla scrittura. È un segno non particolarmente complicato da usare, anche se spesso viene adoperato da alcuni scrittori con grande frenesia e in gran quantità, sminuzzando il periodo e mettendo a dura prova la pazienza del lettore, che si ritrova a leggere un periodo “singhiozzante”. Invece, se sfruttato a dovere, potrebbe regalare grandi soddisfazioni a chi lo usa e mandare in estasi gli amanti della punteggiatura espressiva. Di base, come ben sappiamo, si usa per segnalare la fine di una frase o di un periodo:

Era una calda mattinata di agosto. Luca e Maria avevano deciso di passare insieme una bella giornata al mare. Non si sa perché e non si sa come, appena i due hanno messo piede sulla spiaggia, il tempo all’improvviso si è guastato e un acquazzone si è abbattuto su di loro.

Ho diviso questa simpatica storiella in tre blocchi. Grazie ai tre punti ho potuto raccontare le tre diverse tappe della giornata. La storia è la stessa, ma gli scenari sono evidentemente diversi.

Il punto per aggiungere carica comunicativa

Il punto può essere usato anche per rafforzare e mettere in evidenza una parte, o solo una parola, per conferirle maggior peso innalzandola su un piano diverso rispetto a quello che la precede:

E così, la storia tra Maria e Marco finì. Malissimo.

Isolando l’aggettivo superlativo «Malissimo» l’ho messo in risalto, e ho dato un peso enorme al fatto che la storia si sia conclusa come peggio non avrebbe potuto. Cosa diversa sarebbe stata se non avessi usato il punto, la frase sarebbe risultata sicuramente più lineare e magari anche più corretta, ma avrebbe avuto una carica comunicativa più blanda. La marcatura, invece, potrebbe conferire o ironia, anche perché non lo sappiamo, visto che ignoriamo la parte che precede l’esempio; o per lo stesso motivo, potrebbe essere letta con rammarico e tristezza, visto che qualcosa o qualcuno ha deciso di mettere la parola fine a una storia d’amore che apparentemente sembrava nata sotto i migliori auspici. I puristi mi perdonino questo azzardo.

Il super punto: che cos’è

Qualora il punto non bastasse, potremmo, volendo, rafforzare lo stacco, separando due aspetti diversi dell’argomento andando a capo anche se il rigo ancora non lo abbiamo utilizzato completamente. È una sorta di super punto, in cui lo stacco è ancora più netto grazie alla complicità di quello spazio bianco, che se vogliamo può essere visto come un ulteriore “segno” di punteggiatura.