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Nuova variante del Coronavirus, è la Epsilon. Ha una maggiore resistenza agli anticorpi

Pubblicato: 20/07/2021 17:30

È stata identificata una nuova variante del Coronavirus che desta grande preoccupazione tra gli esperti in quanto ha mostrato una maggiore resistenza agli anticorpi.

A parlarne nelle scorse ore è stato Paolo Fazii, primario della Unità operativa complessa di virologia e microbiologia della Asl che ne ha spiegato le implicazioni Continuano dunque le variazioni del Covid-19 e questa nuova variante va ad aggiungersi a quelle già in circolazione: l’inglese (Alfa),la sudafricana (Beta) la brasiliana (Gamma) e la indiana (nota anche come Delta). La Epsilon è stata isolata lo scorso marzo da un ricercatore americano, che ha pubblicato lo studio sulla rivista Science e sta arrivando dai Paesi più poveri del pianeta.

La nuova variante del Covid-19 si chiama Epsilon

Come spiegato dal virologo e primario dell’Unità operativa complessa di virologia e microbiologia dell’Asl di Pescara, Paolo Fazii, la comunità scientifica è preoccupata per una nuova variante del nuovo Coronavirus. Ribattezzata come variante Epsilon, la B.1427/B.1429 è stata identificata per la prima volta nel mese di marzo 2021 dal biochimico Matthew McCallum dell’università di Washington a Seattle, che ha poi pubblicato l’articolo sulla rivista Science. Al momento la Variante Epsilon è categorizzata come variante di interesse.

Le caratteristiche della nuova variante Epsilon

Secondo quanto emerso dagli studi, la nuova variante non è ancora molto diffusa in Europa; sono 10 i Paesi interessati, ma con pochi casi: Danimarca, Germania, Irlanda, Francia, Olanda, Spagna, Svizzera, Norvegia, Svezia e Finlandia. In Italia sono stati rilevati due casi.

Da quanto spiegato nella sua pubblicazione da McCallum, l’analisi su 57 campioni ha permesso di rilevare tre mutazioni che la renderebbero resistente agli anticorpi che si trovano sulla proteina Spike, ciò rende la variante Epsilon resistente sia agli anticorpi generati dal vaccino a Rna messaggero sia a quelli generati dall’infezione da virus.

L’analisi è stata effettuata su un campione di 15 persone vaccinate con due dosi di Moderna e da 33 vaccinate con Pfizer-BioNtech e da 9 che avevano avuto l’infezione da Covid-19.