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Voghera, l’assessore Adriatici: “Non volevo colpirlo, sono stato addestrato”. Il gip: “Reazione sproporzionata”

Pubblicato: 25/07/2021 11:07

Continuano le indagini per ricostruire le dinamiche della tragica sparatoria avvenuta martedì a Voghera, in cui ha perso la vita Youns El Boussettaoui. Il 39enne di origine marocchina, pluripregiudicato e con problemi mentali, è morto a seguito di un colpo sparato dalla Beretta calibro 22 di Massimo Adriatici, assessore alla Sicurezza del comune nel pavese. Per lui sono stati confermati gli arresti domiciliari, che sta passando in una località segreta. Nelle motivazione della convalida, il gip di Pavia parla di una “reazione sproporzionata” dell’assessore “sceriffo”, solito girare per Voghera armato durante le sue ronde.

Voghera, l’assessore Adriatici si difende: “Non volevo colpirlo”

Stralci dell’interrogatorio di Massimo Adriatici dopo la sparatoria in cui ha perso la vita Youns El Boussettaoui sono stati pubblicati da Il Corriere della Sera. Sentito dai pm, l’assessore avrebbe dichiarato che non era sua intenzione uccidere il 39enne, che l’ha aggredito dopo l’intervento di Adriatici al bar Ligure, in centro a Voghera. El Boussettaoui stava disturbando gli avventori, lanciando sedie e bottiglie di birra.

Un comportamento che era solito del 39enne, con precedenti, un soggetto fragile con problemi psichici, che la Procura di Pavia dichiara privo di sostegno. “Se avessi voluto sparare volontariamente, avrei esploso più colpi, sfruttando le caratteristiche dell’arma che consente di sparare più colpi in rapida successione“, avrebbe dichiarato Adriatici davanti ai magistrati, “Posso affermare questo anche in virtù dell’addestramento che ho avuto da poliziotto“.

Il porto d’armi di Adriatici non sarà rinnovato

L’assessore alla Sicurezza era infatti solito girare armato durante le sue passeggiate-ronde a Voghera. E anche sulla detenzione del regolare porto d’armi si interroga ora la Procura, dato che le forze dell’ordine del comune si sarebbero rivolte più volte alla sindaca per segnalare la pericolosità dell’assessore “giustiziere”, che aveva fatto sua la missione di garantire la sicurezza del comune. Non sarà più così, comunque, dato che la Prefettura ha deciso di non rinnovare il porto d’armi ad Adriatici.

Il gip sull’assessore: “È pericoloso, reazione sproporzionata”

Il gip di Pavia ha sottolineato questo pericolo nelle motivazioni con cui ha convalidato gli arresti domiciliari per eccesso colposo di legittima difesa. Adriatici porrebbe “in essere reazioni sovradimensionate nel caso in cui si trovi in situazione di criticità“, si legge nell’ordinanza, per questo non è decaduto il pericolo di reiterazione del reato, a differenza di quello di inquinamento probatorio.

Il gip evidenzia che “lo stesso Adriatici ha dichiarato di aver estratto la pistola dalla tasca in un momento in cui era ancora lucido e consapevole delle proprie azioni“, prima dell’aggressione di El Boussettaoui.

“Doveva discernere il rischio”

Si evidenzia nelle motivazioni la disparità di forze. Da un lato “un uomo che lo stava aggredendo disarmato, nei cui confronti” Adriatici “si è posto in una fase decisamente anticipata in una posizione predominante“. L’assessore avrebbe creato “le condizioni perché si addivenisse all’evento nefasto che poi purtroppo è effettivamente accaduto; e ciò si ritiene soprattutto in considerazione della consapevolezza qualificata che si deve richiedere a un uomo con la professionalità dell’indagato per anni nelle forze dell’ordine ed esperto penalista, istruttore delle forze dell’ordine, esperienza in base alla quale l’uomo avrebbe dovuto essere in grado di discernere il rischio effettivamente corso e i valori che era chiamato a bilanciare in tale situazione“.