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Morte di Giuseppe De Donno, appello della famiglia del medico scomparso: “Il silenzio è la miglior cura”

Pubblicato: 01/08/2021 11:14

Mentre la Procura di Mantova indaga per istigazione al suicidio per la morte di Giuseppe De Donno, ex primario di pneumologia e sostenitore della terapia al plasma iperimmune, la famiglia si espone con una lettera-appello. In questi giorni la scomparsa del medico ha polarizzato la Rete, tra chi sostiene che la cura proposta non fosse adeguata e chi invece sospetta che dietro alla sua morte ci sia ben altro.

Giuseppe De Donno, la lettera-appello della famiglia: “Non era solo medico”

Divisivo come quando era in vita, l’apparente suicidio di Giuseppe De Donno ha scatenato una guerra mediatica a colpi di sospetti e dubbi circa la sua morte. Ritrovato morto in casa sua lo scorso martedì per apparente impiccagione, la Procura ha aperto un fascicolo di inchiesta per istigazione al suicidio, ma tutto è ancora da verificare. Anche per questo la famiglia di De Donno ha voluto lanciare un’appello che comincia così: “Il silenzio è la miglior cura“. Poi prosegue: “Giuseppe De Donno era un medico che amava la sua professione fino in fondo e che non ha mai rinnegato la scienza. Un medico stimato ed apprezzato per aver dato tutto sé stesso per il bene della comunità“.

Parole che richiamano quelle di stima dell’Asst di Mantova, dal cui ospedale De Donno si era dimesso nello scorso mese di giugno. Per la famiglia, però, era molto di più: “Giuseppe non era solo medico, prima di tutto era uomo, figlio, padre, marito, fratello, zio, nipote, cugino e amico, con anche una vita privata lontana dai riflettori, che nell’ultimo periodo hanno preso il sopravvento. Era una persona gentile, con una parola di conforto al momento giusto in ogni occasione per ognuno di noi, che amava la sua famiglia in maniera incondizionata, ed era amato… altroché se era amato!”.

Giuseppe De Donno, la famiglia: “Non deve essere strumentalizzato”

Proprio per questi motivi, continuano, “Chi lo conosce realmente sa che nulla di ciò che in questi tristi giorni stiamo leggendo su web, social, quotidiani e striscioni appesi per la città lo rappresentano“. Da qui l’appello: “In questo drammatico momento il silenzio sarebbe la forma più grande di rispetto e di amore per lui e tutti i suoi cari. Vi ringraziamo per tutto l’amore che viene dimostrato, ma ci sono situazioni private che non possono e non devono essere strumentalizzate“.

Il messaggio della cugina su Facebook sembra quindi rivolto anche al movimento “No-Vax“, che sta eleggendo De Donno a proprio personale martire, sostenendo che dietro il suo apparente suicidio possa celarsi altro, forse addirittura un omicidio. Altre ricostruzioni parlano invece di un tragico suicidio, forse acuito dalle difficoltà vissute dal medico quando la terapia al plasma iperimmune è stata sospesa. Intanto, è stata aperta la camera ardente nella sala consiliare del Comune di Curtatone: il 2 agosto, a Mantova, verranno celebrati i funerali di Giuseppe De Donno, a porte chiuse e senza autorizzazione per foto, interviste e riprese televisive – così ha specificato la Diocesi sul proprio sito.