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Cambiamento climatico, la preoccupazione dell’Onu: “È codice rosso per l’umanità”. Tutti gli scenari per il futuro

Pubblicato: 13/08/2021 14:44

António Guterres, Segretario generale dell’Onu, non ha usato mezzi termini, parlando di “codice rosso” per l’umanità. Al centro dell’attenzione il rapporto sul cambiamento climatico, pubblicato negli scorsi giorni dall’Intergovernmental Panel on Climate Change (Ipcc) delle Nazioni Unite. Un gigantesco sforzo collettivo di studiosi ed esperti da ogni parte del mondo ha condotto ad un’analisi delle condizioni climatiche globali, dei rischi e delle prospettive, non certo rosee, che attendono il nostro pianeta nei prossimi decenni.

Cambiamento climatico: l’accelerazione nell’aumento delle temperature

I punti salienti del report riguardano in particolare la velocità con la quale sta avvenendo il riscaldamento globale. Nel 2019 le concentrazioni di CO2 nell’atmosfera sono state le più alte in almeno 2 milioni di anni e le concentrazioni di metano e protossido di azoto (altri due gas serra) sono state le più alte degli ultimi 800mila anni. Questa accelerazione è ben visibile nelle temperature, che dal 1970 ad oggi sono aumentate molto più velocemente rispetto a quanto avvenuto nei 2mila anni precedenti.

La correlazione tra aumento delle temperature e attività umana, sostengono gli studiosi, è ormai inconfutabile, tanto che le emissioni di gas serra sono ritenute responsabili di circa 1,1°C di riscaldamento globale nel solo periodo 1850-1900. La prospettiva per i prossimi 20 anni è di un innalzamento medio di circa 1,5°C, anche se sarà difficile mantenere questa previsione senza una riduzione immediata e su larga scala delle emissioni di gas serra.

La complessità del problema risiede anche nel fatto che non tutti i cambiamenti si verificano con la stessa intensità nelle varie aeree del mondo, e non sempre con le medesime modalità. Ciò a cui si sta assistendo, però, è un generale aumento di fenomeni estremi, come ondate di calore, siccità, precipitazioni violente o cicloni. Secondo il report, nei prossimi decenni avremo stagioni calde sempre più lunghe, mentre le stagioni fredde tenderanno ad accorciarsi. Tutto ciò porterà ad un cambiamento profondo del ciclo dell’acqua e ad un aumento dei livelli del mare, con pesanti ripercussioni su attività umane fondamentali come l’agricoltura.

Il cambiamento climatico, un codice rosso per l’umanità

L’Ipcc è nato nel 1988 con lo scopo di fornire le informazioni scientifiche più affidabili in materia di cambiamento climatico e di delineare nel contempo le possibili soluzioni al problema. L’imponente report appena pubblicato, intitolato Climate Change 2021: the Physical Science Basis, è la prima parte di uno studio più grande, che verrà completato nel 2022. In circa 4mila pagine, 234 autori provenienti da 66 diverse nazioni hanno messo nero su bianco non solo gli attuali trend, ma anche i suggerimenti per i decisori politici.

Il rapporto dell’Ipcc rappresenta un codice rosso per l’umanità – ha dichiarato in una nota il Segretario generale dell’Onu António GuterresI campanelli d’allarme sono assordanti e le prove inconfutabili: le emissioni di gas serra causate da combustibili fossili e deforestazione stanno soffocando il nostro pianeta e mettendo a rischio immediato miliardi di persone”.

La palla ora passerà proprio a politici e governi, che saranno chiamati a invertire questa preoccupante tendenza. Si dovrà giocoforza passare da una limitazione importante delle emissioni di CO2, arrivando possibilmente alla cosiddetta net zero, cioè all’equilibrio tra gas serra immessi dalle attività umane e quelli riassorbiti dall’ambiente. Così facendo, secondo il report, la qualità dell’aria migliorerebbe piuttosto velocemente, mentre per una stabilizzazione globale delle temperature si dovrebbe attendere tra i 20 e i 30 anni.