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Referendum Eutanasia Legale, raccolte 500mila firme: i promotori annunciano il nuovo obiettivo della raccolta

Pubblicato: 17/08/2021 11:48

La raccolta firme per la legalizzazione dell’eutanasia ha raggiunto l’importante quota di 500mila firme. Proprio questa cifra era stata indicata come obiettivo per poter presentare il referendum in Corte di Cassazione. La raccolta non si arresta però e fino al 30 settembre sarà possibile prendere parte all’iniziativa.

Legalizzazione dell’eutanasia: raggiunte le 500mila firme

I promotori del referendum per la legalizzazione dell’eutanasia hanno diffuso una nota per informare in merito a un’importante traguardo raggiunto in queste ore. “Siamo felici di poter comunicare che ad oggi sono più di 500mila le persone che hanno firmato il referendum per la legalizzazione dell’eutanasia” si legge nel testo. La cifra complessiva si compone dei numeri della  “raccolta firme ai tavoli (430mila firme)” e delle “oltre 70mila firme raccolte online. Infine, vi è ancora “un numero ancora imprecisato di firme raccolte nei Comuni.

Attualmente, le firme fisicamente rientrate al Comitato sono 99mila, delle quali 48mila già certificate e pronte alla consegna. Sul profilo Instagram di Liberi Fino Alla Fine, è stato condiviso un comunicato per informare gli utenti del successo ottenuto fino a oggi con la raccolta firme. La cifra di 500mila firme era stata indicata come necessaria per poter presentare il referendum in Corte di Cassazione.

Dopo le 500mila firme: il nuovo obiettivo della campagna per la legalizzazione dell’eutanasia

Benché sia appena stato raggiunto un ragguardevole traguardo, gli organizzatori della raccolta firma hanno fatto sapere che la campagna non si arresterà, anzi “prosegue con ancora maggiore forza”. Ora, il nuovo obiettivo consiste nel riuscire a raccogliere almeno 750mila firme entro il 30 settembre, al fine di mettere in sicurezza il risultato da ogni possibilità di errore nella raccolta, ritardi della Pubblica amministrazione e difficoltà nelle operazioni di rientro dei moduli”.

I promotori confidano nella possibilità di “realizzare riforme” grazie al referendum. “Continueremo– spiegano- ad agire al fianco di persone malate. Il loro intento è quello di dare voce a coloro che che “si vedono conculcata con la violenza la propria libertà di decidere sul fine vita”.

Il referendum è “lo strumento per abrogare la criminalizzazione del cosiddetto omicidio del consenziente (articolo 579 del codice penale)” ricordano ancora i promotori. I modelli a cui l’Italia dovrebbe ispirare secondo loro sono l’Olanda, il Beglio, Lussemburgo e la Spagna, che consentono l’intervento attivo da parte del medico su richiesta del paziente.

Oltre il referendum: l’aiuto dell’Associazione Luca Coscioni

Mentre la raccolta firme prosegue nelle piazze italiane e online, l’Associazione Luca Coscioni continua a offrire aiuto diretto a chi si rivolge all’organizzazione tramite “numero bianco sul fine vita“. Il numero (06 9931 3409) è gratuito ed è attivo dal lunedì al venerdì, dalle 9 alle 17.

L’Associazione si dice pronta a “ricorrere alla disobbedienza civile” con l’aiuto di Mina Welby e Gustavo Fraticelli. L’obiettivo del gruppo è quello di “affermare il diritto fondamentale all’autodeterminazione dei malati in condizione di sofferenza“.