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Achille Lauro, dalla trap a Sanremo agli NFT: quanto guadagna e come investe il suo patrimonio

Pubblicato: 31/08/2021 14:34

Achille Lauro è il volto della trap italiana più apprezzato del momento, grazie ai suoi look mai banali e alla sua musica in sintonia con il pubblico dei giovanissimi. Il 2021 lo ha visto come ospite fisso al Festival di Sanremo e, da pochi mesi, ha assistito al suo esordio nel mercato delle criptovalute. Achille Lauro dimostra di avere una forte mentalità imprenditoriale, ma a quanto ammonta il suo patrimonio?

Achille Lauro, chi è il volto più amato della trap italiana

Achille Lauro nasce nel 1990 a Roma, con il nome di Lauro De Marinis, e cresce nella periferia nord tra Serpentara e Conca d’oro. Quando ha 14 anni i genitori si trasferiscono in un’altra città e Achille Lauro si stabilisce con il fratello maggiore, produttore di un gruppo rap. È questo il periodo in cui svilupperà i contatti con gli ambienti underground in una periferia difficile, di cui canterà in seguito nelle sue canzoni. Lauro mantiene buoni rapporti con la madre, mentre più complessi sono i contatti con il padre, magistrato della Corte di cassazione.

Esordisce nel 2012 e firma il suo primo contratto nel 2014 con Roccia Music, l’etichetta del rapper Marracash. Il primo successo arriva nel 2015 con Dio c’è e il 2016 vede la separazione da Roccia Music e la nascita della propria etichetta No Face Agency. Nel 2017 Lauro firma un contratto con Sony Music e partecipa come concorrente a Pechino Express, arrivando a un passo dalla vittoria. Nel 2019 sorprende tutti con la sua partecipazione al Festival di Sanremo, evento che lo vedrà tra i concorrenti anche nel 2020 e come ospite nel 2021.

Achille Lauro, quanto guadagna e quanto vale il suo patrimonio

Achille Lauro, per sua stessa ammissione, non proviene da una famiglia agiata. Al momento, il suo patrimonio è molto diversificato e gli ha permesso di riscattare i debiti contratti dalla madre quando lui era ancora molto giovane. Spiegava lui stesso su Instagram: “Siamo figli di chi ha dedicato tutta la propria vita al lavoro, a cui tuttavia per tanti anni nessuno ha mai riconosciuto nulla. Ho ricordi di momenti in cui non si sapeva che fine avremmo fatto, se saremmo riusciti a coprire i debiti. Ricordo quando fuori fingevo di aver già cenato perché mi vergognavo a uscire e a non avere soldi per pagare il conto“.

Secondo il portale Soldionline, un brano come Rolls Royce su YouTube può aver fatto guadagnare ad Achille Lauro circa 520.000€, considerando 13.000.000 di visualizzazioni in quasi 1 anno e un compenso di 0,04€ a visualizzazione. Gli ascolti di Spotify, circa 1.000.000 ogni mese, potrebbero valere 40.000€ mensili. Il tutto senza conteggiare i ricavi derivati dalla vendita dei cd e dei biglietti per i concerti. Queste cifre vanno divise fra Achille Lauro e i suoi produttori e compositori, tuttavia l’aver fondato la propria etichetta No Face Agency gli consente di restare in possesso dei propri diritti editoriali.

Achille Lauro, le sponsorizzazioni e il cachet di Sanremo

Un’altra fonte di guadagno per il trapper italiano è costituita dalle sponsorizzazioni: con oltre 1.700.000 follower su Instagram, Lauro è diventato testimonial del brand di moda Aniye By e ha siglato collaborazioni con marchi quali Gucci e MAC Cosmetics Italia.

Dal punto di vista artistico, inoltre, Achille Lauro ha figurato nel cortometraggio “Happy Birthday”, co-prodotto da Rai Cinema e presentato al Festival del Cinema di Venezia. Ha pubblicato due libri, uno più autobiografico dal titolo Io sono Amleto, uscito nel 2019, e un secondo pubblicato nel 2020 intitolato 16 marzo – L’Ultima Notte, più orientato al romanzo e alla poesia.

Infine, in qualità di ospite fisso a Sanremo 2021, il portale Contocorrenteonline ipotizza un cachet di 50.000€ a serata.

Achille Lauro, come investe il proprio patrimonio

Il celebre trapper è molto attento e innovativo anche nell’investimento dei suoi guadagni. Assieme alla madre Cristina Zambon ha avviato due nuove società, di cui lei è Amministratore Unico: la De Marinis srl, di cui Lauro possiede il 95% delle quote, e la De Marinis Publishing. Quest’ultima è orientata al business editoriale e cinematografico di artisti emergenti.

Da pochi mesi, inoltre, Lauro si è avvicinato al mercato delle criptovalute basate su blockchain, come sottolinea Forbes. In particolare, il trapper ha colto le opportunità offerte dal mercato dei Not Fungible Token (NFT) per la sua società MK3 srl e per gli artisti di cui gestisce il management. Gli NFT si differenziano dai Bitcoin perché ogni token è diverso da un altro, consentendo così di possedere un asset digitale unico, trasferibile, non duplicabile e indistruttibile. In queste caratteristiche Achille Lauro ha visto uno strumento molto potente per i creativi, per la difesa e commercializzazione del loro diritto d’autore.

La società MK3 srl si è allargata fino a coinvolgere aziende leader italiane del mondo dell’entertainment, della discografia e del live, comprendendo anche un circuito di oltre 120 locali e club. Gestisce inoltre il management di diversi artisti italiani, per esempio lo stesso Achille Lauro, ma anche il suo produttore Boss Doms. L’obiettivo della società è introdurre nel mercato musicale nuove e innovative forme di business in favore degli artisti. Questi ultimi infatti basano spesso il proprio business solo sulla discografia, tralasciando altri settori di sviluppo economico, come appunto gli NFT.