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Green pass obbligatorio e vaccini, Figliuolo sull’effetto della misura: “Incremento prenotazioni tra 20% e 40%”

Pubblicato: 18/09/2021 22:38

Primi effetti delle nuove regole sull’obbligo di Green pass per tutti i lavoratori: in una settimana, sensibile aumento delle prenotazioni per i vaccini, con un incremento tra il 20% e il 40% a pochi giorni dalla decisione del Governo. Il commissario straordinario per l’emergenza Covid, Francesco Figliuolo, fornisce i numeri dell’attuale scenario italian sul fronte delle immunizzazioni.

Green pass obbligatorio e vaccini, Figliuolo: “Incremento prenotazioni tra 20% e 40%

A livello nazionale, si è verificato un incremento generalizzato delle prenotazioni di prime dosi tra il 20% e il 40% rispetto alla scorsa settimana“. È la fotografia che emerge dal resoconto di Figliuolo sull’effetto dell’estensione del certificato verde a tutti i lavoratori. Il Green pass obbligatorio, per il settore pubblico e privato, fin dal suo esordio sulla scena italiana avrebbe sortito importanti riscontri in termini di adesione alla campagna vaccinale.

Il commissario straordinario per l’emergenza sottolinea che sabato “si è riscontrato un aumento del 35% di prime dosi” rispetto stessa giornata della settimana precedente. Si tratta di numeri ancora in corso di valutazione, spiega Figliuolo, da monitorare nei prossimi giorni per capire se l’attuale trend si farà strutturale. Sono 40.850.892 i cittadini che hanno finora completato il ciclo vaccinale (pari al 75,64% della platea di over 12).

Green pass obbligatorio per 23 milioni di lavoratori

23 milioni di lavoratori sono interessati dal decreto che estende l’obbligo del Green pass e che entrerà in vigore il prossimo 15 ottobre. Nelle more della effettiva operatività della misura, c’è attesa per le linee guida del Governo sull’applicazione delle nuove regole sul certificato verde. Resta da capire, tra i nodi ancora da sciogliere, come controllare il pass digitale e come comportarsi nel caso in cui un dipendente ne sia sprovvisto.

Secondo il segretario generale Cgil, Maurizio Landini, i lavoratori che non si vaccinano devono essere “messi nella condizione di non dover pagare il tampone“. Una posizione in antitesi rispetto a quella portata avanti dall’esecutivo: il Governo pensa a un costo inferiore e a una validità più lunga, ma resta escluso l’orizzonte della gratuità dei test. Questo, precisa il ministro del Lavoro, Andrea Orlando, per evitare che passi “il messaggio politico per cui vaccinarsi o non vaccinarsi sarebbe la stessa cosa“.