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Eitan, indagata una terza per sequestro di persona: avrebbe aiutato il nonno e la nonna a rapire il bimbo

Pubblicato: 19/09/2021 15:41

Nuovo sviluppo nella vicenda di Eitan, il bimbo sopravvissuto alla strage della funivia di Stresa-Mottarone e portato in Israele contro la volontà e all’oscuro della famiglia paterna cui era stato affidato in Italia. Per il suo presunto rapimento sono già sotto inchiesta il nonno e la nonna, ma ora al registro degli indagati è stata aggiunta una terza persona.

Eitan, indagato anche l’uomo alla guida dell’auto diretta in Svizzera

Dopo aver visto morire i genitori, i nonni e il fratellino nello schianto della funivia lo scorso maggio, il bimbo è stato affidato alla famiglia paterna che vive in Italia, i Biran. Da subito però il ramo materno, i Peleg, hanno chiesto il ritorno del nipote in Israele. Una settimana fa la svolta: il nonno Shmuel ha portato il bambino oltre il confine italiano e da lì in patria con un volo privato, sfruttando il fatto che avesse ancora a disposizione il passaporto del bambino. Immediata la denuncia e l’apertura di un’indagine che ha portato al momento ai domiciliari per il nonno, all’iscrizione al registro degli indagati per la nonna e a diplomazie al lavoro per risolvere la delicata vicenda.

Numerose fonti riportano però che che ora c’è un terzo indagato per sequestro di persona aggravata: è il 56enne israeliano che avrebbe guidato l’auto con cui Shmuel Peleg e Eitan hanno raggiunto la Svizzera e il volo privato. Il gruppo è stato fermato per un controllo e identificato dalla polizia svizzera vicino all’aeroporto di Lugano e sarebbe stato proprio lui ad affittare l’auto a Malpensa.

Eitan, la zia Aya Biran è in Israele: presto il ritorno in Italia?

Nel frattempo, anche la zia Aya Biran, la persona cui Eitan è stato affidato dopo la tragedia di Stresa, è arrivata in Israele. Ha raggiunto il fratello Hagai, che ieri dopo aver visitato il bambino a casa dei nonni materni ha sollevato dubbi sullo stato di salute psichico del bambino: “È preoccupante notare nel piccolo chiari segni di istigazione e di lavaggio del cervello” le parole riferite dai suoi avvocati. Nel contesto, gli avvocati hanno espresso la speranza che Eitan potesse tornare presto in Italia, cosa che potrebbe diventare più concreta ora che la zia Aya ha raggiunto il nipote.