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Cos’è la cistite interstiziale, la malattia che ha colpito Francesca Neri moglie di Claudio Amendola

Pubblicato: 29/09/2021 10:25

Cistite interstiziale è il nome della malattia che ha colpito Francesca Neri, moglie di Claudio Amendola, causa di un dolore che l’avrebbe addirittura spinta ad “accarezzare l’idea del suicidio”. Si tratta di una patologia invalidante che provoca una condizione infiammatoria cronica e può interessare persone di qualsiasi età e sesso, sebbene sia più frequente nelle donne.

Cos’è la cistite interstiziale, la malattia di Francesca Neri

Il caso di Francesca Neri, complici le rivelazioni del marito Claudio Amendola sulla malattia di cui soffre e che avrebbe inciso profondamente nella sua vita privata, ha acceso i riflettori sulla cistite interstiziale e il dolore pelvico cronico. È questa la patologia che ha colpito l’attrice nel 2015 e con cui convive da anni, immersa in una battaglia difficile alle prese con un dolore intenso e quotidiano.

Nello specifico, come spiegano gli specialisti dell’Istituto Humanitas, si tratta di una “disfunzione cronica a carico delle pareti pelviche che rende difficile e continuo l’urinare”. Il dolore viene percepito come costante oppure ciclico da oltre 6 mesi, parte di una condizione infiammatoria cronica a carico della vescica.

La cistite interstiziale può colpire persone di ogni età e sesso, ma si riscontra una maggiore incidenza nelle donne. Il quadro particolarmente doloroso innescato dalla malattia – che diversamente dalla cistite comune non è causata da stress – può causare disturbi collaterali quali ansia e depressione, con importanti ripercussioni nella vita di tutti i giorni. Le cause esatte della malattia, tuttavia, non sono attualmente chiare.

Cistite interstiziale: l’esordio della malattia

L’evoluzione della cistite interstiziale, spiegano ancora dall’Humanitas, “è lentamente ma progressivamente ingravescente“. La patologia produce un deterioramento delle funzioni vescicali e a scatenarla può essere un’infezione delle vie urinarie, ma non solo. Secondo gli esperti, potrebbero contribuire all’insorgenza anche un intervento chirurgico o una malattia virale.

Nello spettro delle ipotesi sulle cause del processo infiammatorio cronico legato alla cistite interstiziale, quella più accreditata riguarda il graduale indebolimento del rivestimento delle pareti vescicali che ha funzioni di sostegno e protezione. Questo stato fa sì che agenti irritanti contenuti nelle urine aggrediscano la vescica, scatenando l’infiammazione.

Cistite interstiziale: sintomi, diagnosi e cure

Per quanto riguarda i sintomi della cistite interstiziale, in 1/3 dei casi sono analoghi a quelli della cistite, con uno stimolo impellente e dolore in fase di minzione. Si ritiene che non sia però causata da batteri, e per questo non risponde alle terapie convenzionali con antibiotici.

Il dolore può interferire in modo importante con la vita sessuale e si assocerebbe a ad alcune condizioni come la vestibolite vulvare, le fibromialgie e la sindrome del colon irritabile. Negli uomini sono rilevati dolore a carico di testicoli, scroto, perineo o pube, e possibilità di eiaculazioni dolorose.

La diagnosi non è facile, ma alcuni accertamenti permettono di inquadrare patologie vescicali con sintomatologia simile, come esami delle urine ed ecografie dell’apparato urinario. Utile anche l’uretrocistoscopia (endoscopia della vescica via uretra) in narcosi con distensione della vescica, che permette di evidenziare eventuali ulcere (dette “di Hunner”, dal nome dello studioso che le ha descritte per primo e tipiche della malattia). “Con un esame istologico mirato – si legge nell’approfondimento fornito dall’Humanitas – è possibile escludere patologie più gravi, nonché la presenza e il grado di infiammazione provocato dalla cistite interstiziale“.

Curare la cistite interstiziale non è semplice e può richiedere una pluralità di trattamenti, dalle terapie orali (con farmaci utili a riparare la mucosa vescicale) ad antidepressivi, antinfiammatori, analgesici e antistaminici, o terapie endovescicali e “soluzioni a base di acido ialuronico e condroitinsolfato” che possono migliorare lo spettro di sintomi. Fondamentale, per evitare danni irreversibili e mettere a fuoco la più idonea terapia, è la diagnosi precoce.