Vai al contenuto

Eitan, la nonna materna attacca: “L’Italia è responsabile della morte di mio padre, mia figlia e mio nipote”

Pubblicato: 09/10/2021 11:14

Tensione all’udienza per il caso Eitan Biran, il bimbo unico sopravvissuto alla strage della funivia di Stresa e rapito dal nonno che lo ha portato in Israele. Il suo ritorno in Italia con la zia paterna è nelle mani della giustizia israeliana, ma durante la seconda udienza di ieri a tenere banco è stata la presenza della nonna materna, che ha lanciato un duro attacco contro l’Italia.

Eitan, duro attacco della nonna materna alla seconda udienza

È passato quasi un mese da quando Eitan Biran è stato portato in Israele: l’11 settembre il nonno Shmuel Peleg non lo ha riportato a casa dopo una visita concordata, ha raggiunto un aereo privato in Svizzera e da lì ha portato il bambino nel paese natale dei genitori, tra le vittime della funivia di Stresa precipitata lo scorso maggio. In questi giorni un giudice è chiamato a stabilire se il caso rientra nel Convenzione dell’Aja sulla sottrazione di minori, questione per la quale sono indagati per sequestro di persona il nonno, la nonna e una terza persona che li avrebbe aiutati.

Fuori dal Tribunale di Tel Aviv, ieri, si sono registrati momenti di tensione quando si è presentata la nonna Ester Coen Peleg. Alla donna non è stato concesso di assistere al dibattimento in aula: “Sapete perchè sono fuori dall’aula? Perché una donna giudice in Israele ha detto che, siccome non era ammesso al console italiano di entrare in aula, ha negato il permesso anche a me. Io sono la nonna” le sue parole riportate da numerose fonti.

Eitan, la nonna Ester accusa l’Italia per la morte della sua famiglia

Tra le parole rilasciate dalla nonna di Eitan, fuori dal Tribunale, anche alcune molto forti che riguardano la sua famiglia: “L’Italia è responsabile della morte di mio padre, mia figlia e mio nipote. Non possono prendere anche Eitan” avrebbe detto. Poi, ha aggiunto un drammatico: “Cosa mi è rimasto, lo capite?“. Ester Coen Peleg fa riferimento al suo passato: “Siamo una famiglia in lutto. Abbiamo perso tre generazioni e adesso voi state distruggendo l’immagine anche di mia figlia“.

Nessun commento da parte degli avvocati di entrambe le parti: al momento si attende l’udienza di domani dopo la pausa per lo Shabbat ebraico. Lo scopo della zia Aya Biran, cui era stato affidato Eitan dopo la morte del fratello e del resto della famiglia, è certificare il rapimento del bambino da parte del nonno e poterlo così riportare in Italia. “La sessione non riguarda la questione del bene del bambino, né il suo affidamento, nè quant’altro – ha detto il portavoce della zia Aya – sarà centrata solo sulla questione della restituzione del bambino rapito, sulla base della convenzione dell’Aja“.