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Assalto alla Cgil, Giorgia Meloni: “Fascista? Non conosco la matrice”. L’ombra nera che oscura Fratelli d’Italia

Pubblicato: 10/10/2021 18:20

Un’altra grana per Giorgia Meloni, e ancora una volta è derivata dal tallone d’Achille di Fratelli d’Italia: le simpatie, vere o presunte che siano, per i nostalgici fascisti. L’assalto alla sede della Cgil di Roma, ad opera di militanti di Forza Nuova che hanno organizzato il corte no-green pass, arriva a pochi giorni dallo scandalo sui “fondi neri” che ha travolto il partito, con un fascicolo aperto dalla Procura di Milano. La leader di Fratelli d’Italia, costretta alla difensiva, parla da Madrid, dove sta partecipando al meeting del partito spagnolo sovranista Vox. Giorgia Meloni condanna gli attacchi “squadristi”, ma non riconosce la matrice fascista, destando le risposte piccate degli avversari politici.

Giorgia Meloni sull’attacco alla Cgil: “Solidarietà, ma non conosco la matrice. Fascista? Non è il punto”

Giorgia Meloni dalla Spagna dei colleghi di Vox, partito di estrema destra, ha mandato un messaggio all’indomani della violenza che si è scatenata al centro di Roma. “È violenza, è squadrismo e questa roba va combattuta sempre“, ha dichiarato, aggiungendo: “La matrice non la conosco. Nel senso che non so quale fosse la matrice di questa manifestazione ieri, sarà fascista, non sarà fascista non è questo il punto“.

La leader di Fratelli d’Italia punta il dito verso la ministra degli Interni Luciana Lamorgese: “Qualcuno si deve assumere la responsabilità di conoscere nomi e cognomi delle stesse persone che fanno sempre le stesse cose e curiosamente sono sempre libere di farle“, in riferimento alla gestione della sicurezza della manifestazione definita “assolutamente ridicola“.

Lollobrigida di Fratelli d’Italia al presidio della Cgil

È il capogruppo dei deputati di Fratelli d’Italia Francesco Lollobrigida a portare al presidio della Cgil la solidarietà del partito. Lollobrigida, commentando le mozioni per lo scioglimento di Forza Nuova e delle associazioni neo-fasciste annunciate in Parlamento, ha dichiarato: “La magistratura italiana e la nostre leggi prevedono già quali siano gli elementi e le norme per agire nei confronti di queste associazioni. Non spetta a me sostituirmi agli inquirenti né alla magistratura“.

Conte e Letta rispondono a Meloni: “Non alimentiamo le ambiguità”

Parole che non soddisfano gli opposti dello schieramento politico. Enrico Letta, segretario del Partito Democratico, ospite di Lucia Annunziata a Mezz’ora in + ha dichiarato: “Bisogna essere netti sulla questione dello scioglimento di Forza Nuova. Le immagini sono talmente chiare che non ci sono molti dubbi da questo punto di vista“.

Per Letta, “quello che è successo è molto grave, sia perché c’è chiaramente un malessere diffuso, che esiste, e la necessità di capirlo e gestirlo, sia perché c’è il risorgere della violenza squadrista, fascista. Diciamo le cose come stanno perché io ho sentito parole vaghe, e non c’è da essere vaghi. Quando c’è di mezzo Fiore e Forza Nuova non parliamo di qualcosa difficilmente identificabile“.

Esternazioni che riecheggiano nelle dichiarazioni di Giuseppe Conte, oggi al presidio della Cgil: “Non possiamo accettare che ci siano azioni, aggressioni di questo tipo. C’è la volontà deliberata di portare questi attacchi squadristi, non lo possiamo tollerare“.

Conte annuncia la partecipazione alla manifestazione del 16 ottobre e invita anche le altre forze politiche “che in queste ore cercano di spostare l’attenzione sull’atteggiamento e sulla reazione da parte del Ministero degli interni mi sembra sia uno sviamento da quello che è il problema. Salvini e Meloni auspico che partecipino alla manifestazione e ancora una volta li invito a tener conto chi ha responsabilità dal punto istituzionale e politico deve star attento a non alimentare ambiguità“.

Giorgia Meloni e Fratelli d’Italia: le accuse di fascismo che non riesce a dissipare

Giorgia Meloni non riesce a contrastare, per quanto ci provi, l’ombra del fascismo che attraversa il suo partito. Nonostante la leader di Fratelli d’Italia tenti di derubricare anche gli attacchi di ieri all’operato dei “soliti quattro imbecilli“, come ha dichiarato al Tg4, le spiegazioni fanno acqua e non placano i dubbi a pochi giorni dal ballottaggio. Roberto Fiore e Giuliano Castellino, arrestati per la guerriglia di ieri, sono stati più volte ricevuti, anche al Senato, da Ignazio La Russa, co-fondatore di FdI ed ex Msi.

Non degli sconosciuti quindi, così come non sono ignoti ad altri militanti di FdI gli ambienti dell’estrema destra milanese. L’inchiesta di Fannpage sulla “lobby nera” ha portato a un’indagine per riciclaggio e finanziamento illecito nel grembo del partito di Giorgia Meloni, oltre alle dimissioni di Carlo Fidanza, europarlamentare di Fdi.

Coinvolti nell’inchiesta anche Roberto Jonghi Lavarini, ex candidato con Fratelli d’Italia nel 2018 e Chiara Valcepina, eletta nel consiglio comunale di Milano e immortalata nelle registrazioni dell’inchiesta mentre faceva il saluto romano. Beppe Sala, in merito, ha dichiarato di provare “disagio di fronte a un consigliere comunale che fa il saluto romano. La Costituzione è precisa da questo punto di vista“. Il neo rieletto sindaco di Milano ha chiesto che ci siano “conseguenze” e ha espresso la “speranza” che ci sia fermezza da questo punto di vista.

Mario Draghi condanna duramente le tensioni a Roma durante la manifestazione No Green Pass

Il problema per il futuro di Giorgia Meloni

Nonostante le prese di posizione a cui è stata costretta, che hanno portato Giorgia Meloni due giorni fa a dichiarare al Corriere della Sera che nella sua formazione “non c’è posto per nostalgie fasciste, razziste, antisemite“, le trappole sembrano all’ordine del giorno. Dal candidato sindaco di Roma Michetti che rinnega la Shoah perché gli ebrei “controllano banche e una lobby capace di decidere i destini del pianeta“, in pieno delirio da Savi di Sion, al consigliere eletto in circoscrizione a Torino, Massimo Robella, che ringrazia i “camerati“, gli esponenti di Fratelli d’Italia non sembrano particolarmente preoccupati di nascondere le inclinazioni politiche.

E per una leader che aspira a guidare il centro-destra, queste esternazioni sono l’ostacolo più grande. Il problema, però, è che proprio il partito che guida la tradisce nelle sue ambizioni, rendendole impossibile mantenere la patina d’istituzionalità che da tempo Meloni cerca di attestarsi. I sondaggi che crescono non sono una certezza per il futuro, specialmente se altri scheletri continueranno a essere tirati fuori dall’armadio e vecchi amici a presentarsi alla porta.