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Ddl Zan affossato, le reazioni della politica da Letta a Salvini: ma il tradimento è contro i diritti civili

Pubblicato: 27/10/2021 20:32

Cala il sipario sul Ddl Zan, disegno di legge per la tutela dei diritti civili per LGBTQ, donne e disabili, e immancabile inizia il teatrino della politica con dichiarazioni di fuoco da Letta a Salvini, passando per Meloni e Renzi. L’affossamento della legge nel segreto dell’urna al Senato segna la fine di una battaglia di civiltà, adombrata da calcoli politici che si consumano sulla pelle dei cittadini e delle cittadine. Il Ddl Zan è morto per circa 20 voti e tra chi festeggia e chi si duole, l’Italia resta senza la legge contro la discriminazione omotransfobica, sessista e abilista.

Ddl Zan morto al Senato, le reazioni di una politica sguaiata

Come se non fossero bastate le immagini che sono arrivate dal Senato dopo l’affossamento del Ddl Zan, con i video di applausi e festeggiamenti per la tagliola che si è abbattuta sui diritti civili prima ancora che sulla discussione della legge, le reazioni politiche non si sono fermate.

Mentre il centro-destra celebra l’affossamento della legge, Italia Viva, decisiva nel determinarne la fine, addossa la colpa al Partito Democratico per non aver voluto fare compromessi al ribasso. Il gioco al rimpallo di responsabilità, comunque vada, non nasconde l’incapacità della classe politica italiana nel dare un’impronta all’avanzamento culturale e sociale al Paese. E la volontà di sacrificare il Ddl Zan per tessere alleanze e fare prove generali in vista del voto per il Quirinale.

Letta sull’affossamento del Ddl Zan: “Hanno voluto fermare il futuro”

Le parole di Enrico Letta fotografano la situazione che si è vissuta oggi al Senato: “Hanno voluto fermare il futuro. Hanno voluto riportare l’Italia indietro. Sì, oggi hanno vinto loro e i loro inguacchi, al Senato. Ma il Paese è da un’altra parte. E presto si vedrà“. Il segretario del PD non si espone nel dire chi siano questi “loro”, probabilmente gli stessi a cui ha fatto riferimento Alessandro Zan, primo firmatario della legge, nel suo durissimo intervento. Non è difficile immaginare che Letta si rivolga al centro-destra e ai renziani di Italia Viva, che avrebbero votato lo stratagemma firmato dal leghista Calderoli per fermare il Ddl.

Tweet di Letta

Rabbia e accuse anche da parte della senatrice Monica Cirinnà, responsabile Diritti del PD. In una nota, Cirinnà scrive: “In politica si vince, e si perde. Oggi, però, non perdono Monica Cirinnà, Alessandro Zan o il Partito Democratico. Oggi perde l’Italia, e perdono le tante persone che aspettavano riconoscimento e tutela: tradite da una politica meschina, che agisce solo sulla base di calcoli tattici di bassa lega“. La senatrice continua spiegando che almeno il voto di oggi “ha fatto chiarezza, però, ed è stato giusto chiederlo già oggi: perché ora sappiamo chi è per i diritti, senza esitazioni e senza timidezze; e chi mette la vita delle persone nel tritacarne dei pregiudizi e degli interessi di bottega“.

La Lega festeggia, Salvini: “Punita l’arroganza di Letta”

Matteo Salvini derubrica questa sconfitta per i diritti civili a insegnamento per punire la “hybris” di Letta. Il segretario della Lega si erge a insegnante di vita e in un tweet illustra come la questione per lui non riguardi milioni di persone, ma semplicemente dare una lezione all’avversario politico. “Punita l’arroganza di Letta. Ha rifiutato ogni dialogo e ogni proposta di cambiamento arrivate dalle famiglie, dalle associazioni, dal Papa e da esponenti del mondo LGBT e femminista“, scrive Salvini, “Risultato? DDL Zan bocciato, mesi e anni di discussioni inutili“.

Tweet di Salvini

Parole altrettanto soddisfatte da Giorgia Meloni di Fratelli d’Italia, partito di opposizione al governo Draghi. “Cala il sipario sul Ddl Zan, pessima legge che Fratelli d’Italia ha contrastato con coerenza e nel merito fin dall’inizio“, si legge in un tweet del partito della Meloni, “Patetiche le accuse di Letta, Conte e sinistra: i primi ad averla affossata sono i suoi stessi firmatari, Zan in testa“.

Italia Viva e Renzi: l’ultimo tradimento del senatore

L’indegno spettacolino non si conclude senza la rivendicazione di protagonismo di Matteo Renzi e Italia Viva, con il senatore di Rignano sull’Arno che non era nemmeno presente al voto in Aula. “Per mesi ho chiesto di trovare un accordo per evitare di far fallire il Ddl Zan. Hanno voluto lo scontro e queste sono le conseguenze“, dichiara Renzi, “Chi polemizza sulle assenze dovrebbe fare i conti con i 40 franchi tiratori. La responsabilità di oggi è chiara: e dire che per Pd e Cinque Stelle stavolta era facile, più facile dei tempi di `O Conte o morte´. Non importava conoscere la politica, bastava conoscere l’aritmetica“.

Fanno seguito le dichiarazioni dello stuolo di renziani che difendono l’operato e continuano ad addossare la colpa ai franchi tiratori: “Sono amareggiato per esito voto del Senato. Per mesi ho messo in guardia in tutti i modi per una gestione fallimentare del provvedimento. Alla positiva apertura di Letta, non è seguita una linea volta a trovare accordo. PD dovrà interrogarsi a fondo su quanto è avvenuto“, scrive Andrea Marcucci, fedelissimo di Renzi rimasto al PD dopo la scissione di Italia Viva.