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La Fed inizia a muoversi, mentre Bce e Boe restano alla porta. Il Punto sui mercati

Pubblicato: 05/11/2021 13:25

Con il continuo aumentare dell’inflazione, molti hanno cominciato a chiedersi se non fosse arrivato il momento per le principali banche centrali di iniziare a ridurre gli acquisti obbligazionari che, dall’inizio della pandemia, hanno supportato le condizioni di finanziamento nel sistema, altrimenti in grave difficoltà. Questa settimana, che ha visto le riunioni di molte banche centrali, la Fed ha inaugurato il lento percorso di normalizzazione che vedrà la banca centrale americana concludere il proprio programma di quantitative easing il prossimo giugno. Mentre a Londra, la Bank of England ha deciso di non irritare chi, tra funzionari della banca e addetti ai lavori, sperava di un atteggiamento più aggressivo visto il contesto in cui si trova il Regno Unito.

“Le ultime 24 ore hanno evidenziato quanto sia difficile il contesto attuale per le banche centrali, con la Fed e la Boe che adottano entrambe un approccio sorprendentemente cauto”, hanno scritto in una nota gli analisti di Oanda, società di broker con sede a Londra. “Sembra che i policymakers non riescano a prendere una decisione, il che rende difficile, per non dire altro, comunicare al mercato gli imminenti cambiamenti di politica monetaria”.

La settimana della Fed: cosa succede nei mercati

Il mercato non aspettava altro. Che la banca più importante al mondo facesse un passo per frenare l’inflazione e arginare l’enormità di liquidità che si trova ora nel sistema finanziario. Un passo l’ha fatto, ma molto morbido, tanto che dopo la notizia dell’avvio del piano di riduzione, o tapering,Bce e Boe restano alla portaindici di Wall Street hanno accelerato al rialzo chiudendo a nuovi massimi storici, indicando che la mossa della banca era già stata ampiamente prezzata.

In dettaglio, la Fed ha dato il via alla riduzione degli acquisti obbligazionari a partire da 15 miliardi al mese, come atteso dagli operatori, ma ha mantenuto invariati i tassi sui Fed Funds nell’arco di 0%/0,25%, confermando ancora una volta la natura “transitoria” dell’inflazione. L’effetto “calmante” è poi arrivato dal governatore Jerome Powell che, durante la tradizionale conferenza stampa post-riunione, ha affermato che il tapering “non va di pari passo con l’aumento dei tassie che per vedere un costo del denaro più alto “ci vorrà ancora del tempo”.

Non è cambiato, inoltre, il linguaggio sull’inflazione, la quale, secondo la banca, resta dovuta a “fattori transitori” anche se “elevata”. “La nuova affermazione – spiegano gli analisti di Nordea – non fa risorgere la vecchia narrativa sugli acquisti, ma il sentimento alla base è molto simile e ancora sorprendentemente accomodante”.

Con la crescita dei salari ai massimi dall’inizio degli anni ’80 e le aspettative di inflazione in aumento, “l’insistenza della Fed sul fatto che si tratta ancora solo di uno shock temporaneo sembra essere un pericolo dietro la curva”, affermando gli esperti della banca danese. Il linguaggio usato per descrivere l’inflazione è “più accomodante di quanto ci aspettassimo” e, nonostante le crescenti aspettative del mercato, “supporta la nostra opinione secondo cui la Fed non inizierà ad aumentare i tassi di interesse fino all’inizio del 2023”.

Londra aspetta dicembre mentre si attende la Fed

C’erano grandi aspettative per il riscontro della riunione della Bank of England. Invece è stato un nulla di fatto, nonostante le dichiarazioni di funzionari e governatore stesso (Andrew Bailey) che nelle settimane precedenti hanno avvertito contro i rischi di un’inflazione elevata e dei gap del mercato del lavoro, indicando la necessità di un intervento da parte della banca centrale.

Threaneedle Street ha invece lasciato la propria politica invariata, decidendo di intraprendere la strada per Francoforte zona Banca Centrale Europea, e imitando la Lagarde nell’aspettare il momento giusto per prendere una decisione aggressiva

La Boe ha sfidato i mercati e ha mantenuto i tassi fermi, anche se la dichiarazione chiarisce che un aumento di dicembre è più probabile”, hanno affermato gli analisti di ING in una nota. “Ancora più importante, i funzionari hanno fatto capire che le aspettative del mercato per una serie di aumenti dei tassi il prossimo anno potrebbero rivelarsi corrette“.

Secondo Michael Hewson, Chief Market Analyst di CMC Markets, la decisione odierna è stata “un enorme autogol per la banca centrale, già ampiamente diffidata dai mercati a causa dell’inaffidabile Mark Carney”. “Sarà una lunga strada per recuperare, con la sterlina e rendimenti in forte calo, e senza un’idea chiara di quando vedremo questo modesto aumento dei tassi”.

Le tre maggiori banche centrali, inclusa la BCE, hanno rinviato al meeting di dicembre le decisioni meno popolari ma le più necessarie, in quello che si prospetta un Natale povero per i mercati azionari e con i prezzi dell’energia più elevati.

Ultimo Aggiornamento: 08/11/2021 11:49