Vai al contenuto

Reddito di cittadinanza, Pensioni e Opzione Donna: cosa cambia ancora nella Manovra e i nodi chiave

Pubblicato: 10/11/2021 08:46

Non c’è pace per la legge di Bilancio 2022 che continua a tardare. Pensioni e reddito di cittadinanza, neanche a dirlo, sono i temi su cui è più difficile trovare un accordo. Ora si attende il passaggio alle Camere e sembra ormai certo che non ci sarà un nuovo passaggi in Cdm.

Reddito di cittadinanza: il futuro

Bandiera del Movimento 5 stelle, fortemente criticato dagli altri partiti. Il reddito di cittadinanza è uno dei nodi da sciogliere di questa Manovra. Il futuro sembra essere segnato con la conferma del rifinanziamento da 1 miliardo di euro con qualche modifica: il reddito infatti subirà una riduzione dopo il primo rifiuto. A parlarne anche il ministro delle Politiche agricole, Stefano Patuanelli che spiega che “il decalage partirà dopo la prima domanda di contratto congruo rifiutata. Tutto il resto delle disposizioni già presentate nella richiesta contenuta nella legge di Bilancio come uscito dal Cdm, rimangono inalterate. Ma per noi era fondamentale che il decalage partisse dopo il primo rifiuto e non in modo automatico“, riporta Ansa.

Pensioni, Opzione Donna: cosa succede

I ritocchi alla Manovra, anche se l’impianto resta sostanzialmente lo stesso, riguardano anche il sistema pensionistico. Vengono, infatti, rivisti anche i requisiti di età per l’anticipo pensionistico con Opzione donna. Il criterio di età per accedere alla misura dovrebbe essere abbassato: nella ipotesi iniziale, l’età per Opzione donna era a 60 anni e invece dovrebbero tornare ad abbassarsi a 58 anni di età per le lavoratrici dipendenti e 59 anni per le autonome.

Per il resto, si abbandona, come era noto, quota 100 per abbracciare il sistema di quota 102, che durerà solo un anno, il 2022. Il prossimo anno, quindi, si potrà andare in pensione anticipata con almeno 64 anni e 38 anni di contributi. Prorogato fino al 31 dicembre 2022 l’Ape sociale, che però prevede un allargamento della platea di persone che possono accedervi e lasciare il lavoro a 63 anni con 36 anni di contributi