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Iss, per i non vaccinati mortalità 9 volte superiore: in aumento i casi di Covid-19 in Italia

Pubblicato: 20/11/2021 22:17

L’Istituto Superiore di Sanità lo conferma con l’ultimo report: per i non vaccinati i tassi di mortalità per Covid-19 sono di 9 volte superiori rispetto a quelli dei vaccinati. L’Iss riporta cifre che mostrano come nell’ultimo mese, l’incidenza sia stata maggiore tra chi non si è sottoposto al vaccino, in un contesto di casi in aumento in Italia. I numeri di sabato ci riportano allo scorso maggio, con 11.555 nuovi positivi nelle ultime 24 ore, ma a differenza della scorsa primavera ci sono molte meno vittime (258 rispetto ai 49 del 20 novembre).

Covid-19, tra i non vaccinati tassi di mortalità 9 volte superiori

È l’Iss a mostrare nell’Aggiornamento nazionale, pubblicato il 19 novembre, i dati che mettono in relazione il numero di persone vaccinate e l’incidenza dei casi di Covid-19, con ospedalizzazione, terapie intensive e vittime nell’ultimo mese. I casi tra i non vaccinati sono stati 50.564 casi, il 39,9%, mentre 3.980 casi (3.1%) sono stati riscontrati tra i vaccinati con ciclo incompleto.

La maggior parte, 71.622 casi (56.6%) sono avventi tra i vaccinati con ciclo completo, entro e oltre i 6 mesi, ma si tratta della maggior parte della popolazione, di cui l’84,54% ha completato il ciclo vaccinale. Il 51% delle ospedalizzazioni, il 64% dei ricoveri in terapia intensiva e il 45,3% dei decessi hanno riguardato coloro che non hanno ricevuto alcuna dose di vaccino.

La popolazione non vaccinata in Italia è di circa 7 milioni di persone, mentre gli immunizzati sono 39 milioni. L’Iss osserva che nel periodo dal 24 settembre al 24 ottobre, “il tasso di decesso nei non vaccinati (65 per 100mila) è circa 9 volte più alto rispetto ai vaccinati con ciclo completo entro 6 mesi (7 per 100mila) e 6 volte più alto rispetto ai vaccinati con ciclo completo da oltre 6 mesi (11 per 100mila)“.

L’efficacia del vaccino contro il Covid-19

Nel Monitoraggio, l’Iss presenta anche dati riguardanti l’efficacia riscontrata nel vaccino nel prevenire i casi di COVID-19, l’ospedalizzazione (tra il 91% e il 95%), il ricovero in terapia intensiva (95%-97%) e il decesso (91%-97%). Nel periodo da aprile al 4 luglio (quando predominava la variante alfa) “nel gruppo dei vaccinati con ciclo completo il rischio di contrarre l’infezione si riduceva circa dell’89% rispetto a quello tra i non vaccinati“.

Mentre nella fase di preponderanza della variante delta, da luglio a fine ottobre-inizio novembre, “si osserva una riduzione del rischio per i vaccinati nel periodo delta pari a circa il 74% rispetto ai non vaccinati“. Confermata inoltre la diminuzione dell’efficacia vaccinale dopo 6 mesi dal completamento del ciclo: “In generale, su tutta la popolazione, l’efficacia vaccinale passa dal 79% nei vaccinati con ciclo completo entro 6 mesi rispetto ai non vaccinati, al 55% nei vaccinati con ciclo completo da oltre 6 mesi rispetto ai non vaccinati“.