Vai al contenuto

Covid-19 in Italia, l’Iss: “Dopo 6 mesi l’efficacia dei vaccini cala”. Le previsioni per green pass e Natale in gialla

Pubblicato: 13/11/2021 15:31

Il governo osserva attentamente l’evolversi della pandemia di Covid-19, che registra in Italia un aumento di casi rispetto alle passate settimane. Siamo molto lontani dalle cifre record che vediamo in diversi Stati europei, con la quarta ondata che ha determinato la ripresa di misure drastiche per contenere i contagi. In vista del Natale, però, non è da escludere che alcune restrizioni potrebbero tornare anche nelle Regioni in cui la diffusione è costante, per quanto sia impossibile fare previsioni. Ritocchi potrebbero essere fatti invece per quanto riguarda il green pass, i cui criteri di assegnazione potrebbero essere rivisti in senso restrittivo. L’Iss intanto aggiorna sull’efficacia dei vaccini, che secondo l’aggiornamento presentato con i dati nazionali potrebbe perdere forza dopo 6 mesi.

L’Iss avverte sul caso di efficacia dei vaccini contro il Covid-19 dopo 6 mesi

Nei dati esposti nel report Sorveglianza integrata COVID-19 dell’Iss si illustra l’efficacia osservata dei vaccini nei soggetti vaccinati con due dosi da oltre 6 mesi e da meno di 6 mesi rispetto ai non vaccinati. Come si legge: “Dopo i 6 mesi dal completamento del ciclo vaccinale, si osserva una forte diminuzione dell’efficacia vaccinale nel prevenire le diagnosi in corrispondenza di tutte le fasce di età. In generale, su tutta la popolazione, l’efficacia vaccinale passa dal 76% nei vaccinati con ciclo completo entro i 6 mesi rispetto ai non vaccinati, al 50% nei vaccinati con ciclo completo oltre i 6 mesi rispetto ai non vaccinati“.

La decrescita dell’efficacia sarebbe di circa il 10%, una differenza dal 92% all’82% di protezione dei vaccinati rispetto ai non vaccinati. Inoltre, l’efficacia vaccinale nel prevenire il Covid-19 “nelle persone completamente vaccinate è diminuita passando dal 89% durante la fase epidemica con variante alfa prevalente, al 75% durante la fase epidemica con variante delta prevalente“. In ogni caso il vaccino continua a fornire una barriera importante contro i contagi, soprattutto “nel prevenire l’ospedalizzazione (91%), il ricovero in terapia intensiva (95%) o il decesso (91%) nella fase epidemica con variante delta prevalente“.

Stretta sul green pass allo studio del governo?

Mentre si apre l’ennesimo sabato di proteste No Green Pass, sembra che il governo stia ponderando cambiamenti nell’emissione del certificato verde. Una possibilità preannunciata anche dal ministro Roberto Speranza durante la conferenza stampa, ma che potrebbe vedere modifiche in senso restrittivo. Il green pass potrebbe diventare disponibile solo per guariti e vaccinati, con una durata che passerebbe dai 12 ai 9 mesi, in modo da spingere verso l’adesione alla terza dose di vaccino anti Covid-19.

In alternativa, il green pass potrebbe essere rilasciato con test molecolare, essendo il test rapido non del tutto affidabile sui falsi negativi. Il nocciolo intorno a cui continuano a concentrarsi gli sforzi del governo rimane comunque la campagna vaccinale, che per il momento ha visto un’adesione del 78% della popolazione con una dose e del 73% che ha concluso il primo ciclo.

Verso il Natale con l’ombra del Covid-19: cambio colore per le Regioni?

Le misure che sta prendendo il governo sono funzionali ad assicurare un Natale il più normale possibile. Da evitare focolai che potrebbero espandersi in un batter d’occhio, minando le festività, su cui si concentrano le speranze di molti commercianti per recuperare un po’ di fatturato. Gianni Rezza, direttore della Prevenzione del ministero della Salute, ha dichiarato che non è da “escludere un ulteriore aumento dei casi nelle prossime settimane“, che comunque non significa automaticamente “una crescita dei casi in terapia intensiva, grazie all’effetto dei vaccini e le misure prese. Ma se dovesse salire l’incidenza, alcune Regioni bianche potrebbero diventare gialle: è impossibile adesso dire quando ci sarà il picco dei casi“.

Per Rezza, comunque, è “difficile fare previsioni, a meno che non si abbia la palla di vetro“. Più pessimista il microbiologo Guido Rasi, consigliere del commissario Figliuolo. A Sabato anch’io su Radio1, Rasi ha spiegato come “Siamo molto a rischio, siamo in un equilibrio molto precario” e che “Se saremo molto disciplinati in questo mese che rimane, potremo avere un Natale migliore di quello dell’anno scorso, ma normale direi di no“. A pesare la quarta ondata, che in Europa sta già facendo ricorrere a misure estreme e che potrebbe presto portare a cambi di colore anche in Italia. Particolarmente a rischio è il Friuli-Venezia Giulia, insieme alla provincia autonoma di Bolzano.