Vai al contenuto

Ciro Grillo e i tre amici rinviati a giudizio per stupro di gruppo: la reazione della presunta vittima

Pubblicato: 27/11/2021 17:01

Il figlio di Beppe Grillo, Ciro, e i tre amici sono stati rinviati a giudizio per la violenza sessuale di gruppo di cui sono accusati. La notizia è stata accolta con soddisfazione sia dall’avvocato della presunta vittima che dalla stessa ragazza. La prima udienza si terrà il 16 marzo 2022.
Leggi anche: Ciro Grillo, il racconto dello stupro di gruppo. Il pianto al processo della ragazza: “Non riuscivo a muovermi. Cosa mi hanno fatto”

Ciro Grillo a processo per stupro: parla la ragazza

La notizia è arrivata nella giornata di ieri: Ciro Grillo, Francesco Corsiglia, Edoardo Capitta e Vittorio Lauria andranno a processo per l’accusa di stupro di gruppo nei confronti di una ragazza italo-norvegese, all’epoca dei fatti 19enne, presumibilmente avvenuto nella notte tra il 15 e il 16 luglio 2019 nella casa a Porto Cervo di Beppe Grillo. Il gup di Tempio Pausania ha ritenuto di dover verificare, tramite rinvio a giudizio, le accuse mosse dalla giovane, che ha appreso la novità tramite l’avvocato Giulia Bongiorno.

Secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, dopo la decisione è stata contattata al telefono e la reazione sarebbe stata un lungo silenzio, un sospiro e poche parole: “Avvocato, io oggi finalmente ricomincio a respirare“. Viene inoltre riferito che la ragazza avrebbe cambiato casa e si sarebbe isolata, per provare a superare il trauma di cui sarebbe stata vittima.

Processo per Ciro Grillo e gli amici: la ragazza è “traumatizzata e sofferente

A riferirlo, riporta la stessa fonte, è l’avvocato Bongiorno. “Non sono felice ma sono soddisfatta, la mia assistita soffre tuttora e ho atteso per dire che si è assistito a una distorsione da parte di alcuni giornali e la ragazza è finita sul banco degli imputati, ma il materiale probatorio racconta una verità diversa” aveva detto subito dopo la decisione di rinviare a giudizio Ciro Grillo e gli altri 3 uomini. Poi, ha descritto così la presunta vittima: “traumatizzata, molto sofferente – e vivrebbe ogni giorno – Come se avesse accanto perennemente la sensazione fisica di quello che le è successo, una specie di compagna quotidiana“.

Una sensazione difficile da togliersi di dosso, specie per l’attenzione mediatica sul caso e il fatto che “c’è chi si permette di pubblicare il suo nome e cognome e renderla identificabile” aggiunge l’avvocato. La prima udienza si terrà il 16 marzo, giorno non casuale per la madre della presunta vittima: è il compleanno di sua madre e quindi “Lo voglio vedere come un segnale di buon auspicio“.