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Aggredite e violentate sulla tratta Milano-Varese: nessuno ha aiutato le due giovani vittime alla stazione

Pubblicato: 07/12/2021 10:14

Le due giovani vittime dell’aggressione e del tentativo di violenza lungo la tratta ferroviaria Milano-Varese sono state ascoltate dagli inquirenti in queste ore. I verbali contenenti le dichiarazioni della 21enne contengono un resoconto dettagliato del drammatico episodio. La giovane vittima ha spiegato di essersi ritrovata completamente sola, nonostante la presenza di alcuni passanti.

Violenza sul treno Milano-Varese: parla la vittima 21enne

Tra le 22 e le 22.15 di venerdì 3 dicembre, sul treno Milano-Varese due ventenni sono state vittime di violenza per mano di due uomini, poi arrestati. Una delle due giovani ha riferito alle forze dell’ordine quanto vissuto e le prime carte dell’inchiesta sono state riportate in queste ore dal Corriere della Sera. “Quando mi sono resa conto che non sarei riuscita a liberarmi, approfittando del treno che si era fermato, ho detto all’uomo che mi teneva di stare calmo e ho iniziato a dirgli che lo avrei seguito e saremmo andati dove voleva, purché la smettesse…” ha spiegato la vittima. “Tenendomi le mani strette, siamo scesi dalle scale” ha aggiunto ricostruendo l’accaduto.

“Credevo che avrei potuto attirare l’attenzione dei passanti ai quali chiedere aiuto ha ammesso rivelando i suoi pensieri nel momento di terrore. “Soprattutto, ricordavo che alla fermata precedente avevo visto il controllore… speravo di trovarlo…” ha aggiunto ancora. Nessuno però si sarebbe fermato a prestare aiuto alla 21enne. “Ho lottato” avrebbe poi ripetuto la ragazza parlando con la polizia ferroviaria. I due aggressori, Fusi Mantegazza (italiano di 21 anni) e Elayar (marocchino di 27), avrebbero proseguito con lo stupro fino alla sosta dello scalo, per poi dirigersi verso la seconda vittima.

La seconda vittima racconta il tentato stupro

Come riporta il Corriere, i due avrebbero percorso il sottopasso, per poi dirigersi nella sala d’attesa, dove hanno trovato la seconda ventenne. “Ad un certo punto è entrato un ragazzo… Aveva una bicicletta. Si è avvicinato. Mi ha chiesto informazioni rispetto a un treno, gli ho risposto, è uscito” ha raccontato la giovane. “Dopo circa dieci minuti, è rientrato e ha ricominciato un dialogo– ha aggiunto gli ho detto che non volevo parlare e l’ho invitato ad allontanarsi“. La vittima ha fornito anche una descrizione dell’aggressore: “Meno di trent’anni, barba incolta, marocchino sicuramente, pelle chiara, occhi scuri, magro ma piazzato, aveva un cappello di lana tipo cuffia, non scuro ma credo blu chiaro, alto forse un metro e ottanta/ottantacinque. Puzzava di birra. Era vestito con un giubbotto scuro”.

“È entrato un’altra volta– ha poi spiegato- si è seduto, ha allungato una mano… È entrato il suo amico… Mi ha afferrato il collo, diceva ‘voglio baciarti'”. “Mi ha preso per i capelli e mi ha messo una mano tra le gambe… Mi sono aggrappata alla porta, nel tentativo di riuscire a fuggire, e ho cercato di aprirla, urlando” ha ricordato ancora drammaticamente. Proprio durante il tentativo di fuga della giovane, i due aggressori avrebbero visto un uomo in procinto di avvicinarsi. “Si è staccato da me e ho approfittato per allontanarmi” ha spiegato la ragazza parlando del violentatore. “A quell’uomo– ha poi aggiunto- non è importato nulla di quello che mi accadeva, anche se urlavo e mi divincolavo… tanto che non è entrato nemmeno nella sala d’attesa…”.

Approfittando di un momento di distrazione dell’aggressore, la giovane vittima sarebbe poi riuscita a telefonare al 112.