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Primo default in Cina, UniCredit cambia pagina. Il Punto sui mercati

Pubblicato: 10/12/2021 12:35

Con la variante Omicron che resta il tema predominante, non solo sui mercati finanziari, e l’attesa per le riunioni delle banche centrali di metà mese, è tornata la cautela tra gli investitori dopo i forti rimbalzi di inizio settimana. Venti contrari arrivano invece dalla Cina, dove uno dei più importanti gruppo del settore immobiliare ha fatto un passo decisivo verso il default sul proprio debito denominato in dollari, mentre nel più piccolo contesto italiano qualcosa si muove sul fronte bancario.

“Le notizie secondo cui i sintomi dell’Omicron sono meno gravi di quanto temuto hanno dato forza ai mercati”, hanno scritto in una nota gli analisti del broker londinese Oanda, “ma c’è ancora troppo da imparare sul nuovo ceppo per trarre conclusioni definitive, e infatti quello che stiamo vedendo è già abbastanza perché i governi impongano nuove restrizioni”.

Ora, aggiungono gli esperti, “dobbiamo chiederci cosa possiamo aspettarci dalle autorità monetarie e fiscali”, con le banche centrali che “stanno combattendo l’elevata inflazione a causa delle restrizioni degli ultimi 18 mesi”. “Il debito pubblico è aumentato in modo sostanziale, il che potrebbe rendere le istituzioni più riluttanti verso nuove misure di sostegno. Ci sono molte incognite con cui gli investitori dovranno fare i conti nei prossimi mesi”, affermano dalla società britannica.

Cosa sta succedendo in Cina

La stretta di Xi Jinping sul credito cinese ha cominciato a dare i suoi frutti. Evergrande, uno degli operatori del mattone con 305 miliardi di dollari di passività, è stata declassata a “restricted default” da parte dell’agenzia di rating Fitch. In altre parole, la società è stata giudicata come “inadempiente su uno o più impegni finanziari” dopo il mancato pagamento degli interessi di un obbligazione oltre un lasso di tempo di 30 giorni dalla scadenza iniziale, soglia limite delle agenzie di rating per determinare la solvibilità o meno di un prestito.

Le preoccupazioni sul possibile collasso di Evergrande e delle altre società altamente indebitate durano ormai da diversi mesi, cioè da quando il governo di Pechino ha accelerato il controllo dei debiti societari. Ma l’allarme per Evergrande, a cui il proprietario dell’Inter Suning ha prestato 2,6 miliardi nel 2017,  è scattato sul finire della scorsa settimana quando il colosso del mattone ha scritto in una nota che i creditori “hanno chiesto 260 milioni di dollari” ma la società “non è in grado di garantire sufficienti fondi per il pagamento delle cedole”.

Conscio della reazione degli investitori, il gruppo ha annunciato la creazione di un comitato di controllo del rischio per “mitigare ed eliminare i rischi futuri”, ma lo spavento per l’effetto domino sui 19 miliardi di dollari di bond offshore ancora in pancia della società e le possibili ramificazioni sull’economia cinese sono appena iniziate. Anche se il debito denominato in dollari rappresenta solo il 7% delle passività totali del colosso cinese, regna ancora l’incertezza circa il debito detenuto dai creditori cinesi e non si sa ancora nulla circa la possibilità di un bail-in da parte delle autorità cinesi.

I mercati stanno rimanendo straordinariamente calmi alla notizia di Evergrande, poiché le autorità cinesi sono intervenute per gestire le ricadute. Dal coinvolgimento nel processo al taglio delle riserve bancarie da parte della banca centrale cinese per fornire liquidità extra al mercato dei capitali, è ora in corso una ristrutturazione gestita. Se sarà abbastanza, solo il tempo lo dirà. Ma gli investitori stanno prendendo il loro passo”, spiegano ancora dal broker Oanda.

Orcel apre un nuovo ciclo: Unicredit torna protagonista

Dopo il nulla di fatto con Monte dei Paschi, UniCredit è tornata protagonista a Piazza Affari. La banca di Piazza Gae Aulenti ha presentato il nuovo piano strategico 2022/2024, il primo dell’era Andrea Orcel dopo la stagione Mustier, che assicurerà ai soci oltre 16 miliardi di euro di dividendi nell’arco del triennio, oltre il 60% della capitalizzazione attuale, con un utile netto previsto oltre i 4,5 miliardi. “Con la nuova strategia otterremo rendimenti significativamente più elevati e in progressiva crescita per i nostri azionisti”, ha commentato il Ceo Orcel, aggiungendo che il piano “non si limita al breve termine, ma ci prepara anche al successo e alla stabilità nel lungo periodo, oltre il 2024”.

Inutile dire che il mercato ha reagito comprando a man bassa il titolo in Borsa dopo anni di deprezzamento, ma per quanto riguarda nuove operazioni esterne “non escludo e non pianifico M&A”, ha affermato il Ceo durante la call con i media. Le operazioni “si possono valutare se rispondono alla strategia della banca”, come “un rafforzamento del Rote, distribuzione e rafforzamento dell’attività”. Incalzato sul dossier Monte dei Paschi, l’ex manager di UBS ha precisato che “è ancora presto commentare una possibile soluzione di sistema per Mps“, rispondendo a chi aveva chiesto se ci fosse la possibilità di vedere una “soluzione di sistema”.

Ultimo Aggiornamento: 13/12/2021 10:45