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Malattia di Lyme, nasce il vaccino: i ricercatori annunciano i primi risultati sugli animali

Pubblicato: 17/12/2021 18:06

Il suo nome è 19ISP e potrebbe diventare l’arma più efficace per combattere la malattia di Lyme. Erol Fikrig, ricercatore e epidemiologo della Scuola di Medicina di Yale, insieme a un team di ricerca ha sviluppato un vaccino per contrastare la patologia batterica. I primi test effettuati sui porcellini d’india hanno dato esito positivo. Considerato primo nel suo genere, nuovi studi dimostreranno se si potrà iniziare la sperimentazione sugli esseri umani.

Cos’è la malattia di Lyme? Cause, sintomi e terapia

La malattia di Lyme o borreliosi, è una patologia trasmessa dalle zecche, infestate dal batterio Borrelia burgdorferi, che colpisce gli umani e gli animali.

Le zecche, appartenenti al genere Ixodes, trovano soprattutto negli animali selvatici, come roditori e volpi, l’habitat più adatto per la prolificazione. Diffusa negli Stati Uniti ma anche in Europa e in Italia ( soprattutto Friuli Venezia Giulia e Veneto), compare abitualmente d’estate e a inizio autunno.

La più nota tra le malattie legate alle zecche, presenta diversi sintomi, tra cui il caratteristico eritema cutaneo a coccarda, dolori alle articolazioni, febbre e spossatezza.

Se non trattata, l’infezione può essere caratterizzata, nella sua ultima fase, da sintomi più gravi, come alterazioni del sistema nervoso centrale, artrite cronica e miopericardite.

La terapia antibiotica, che può includere la doxiciclina e l’amoxicillina, riesce a curare molte manifestazioni della borreliosi, anche se un intervento nella fase precoce è statisticamente più efficace. Alcuni pazienti possono infatti continuare a soffrire di artrite, anche dopo l’eliminazione dell’infezione.

Malattia di Lyme, una via per il vaccino

Tutto è iniziato in Irlanda, durante una riunione a Killarney nel 2019. Come riporta il sito della rivista Science, il ricercatore Erol Fikrig ascoltò l’immunologo Drew Weissman descrivere i vaccini a mRNA, come quelli anticovid. Erano ancora poco conosciuti, ma Erol vide una possibilità. Si confrontò con Weissman circa un possibile utilizzo per la borreliosi. L’idea piacque.

Il Dipartimento di Medicina dell’Università della Pennsylvania e la Scuola di Medicina dell’Università di Yale, insieme ad altri istituti, iniziano così a sperimentare un vaccino, primo nel suo genere. Su Ct Insider vengono riportate quelle che sarebbero le dichiarazioni di Fikrig in merito al vaccino.

Come afferma Fikrig, i primi tentativi di vaccinazione non si basavano sull’mRNA, ma il vero cambiamento sta nel fatto che il vaccino è il primo, destinato all’uomo, a non colpire la patologia.

“Ogni vaccino che sia mai stato prodotto è diretto contro l’agente patogeno. Questo è il primo contro una malattia infettiva che non prende di mira un microbo”.

Malattia di Lyme: l’obbiettivo è la saliva

In questo caso, il bersaglio diventa il portatore della patologia, la zecca. Nel dettaglio, l’obiettivo è la saliva della zecca, e il vaccino per agire utilizza il tempo di trasmissione dei batteri, uno o due giorni.

A differenza della malaria che si trasmette velocemente, la borreliosi è più lenta, e i batteri nel frattempo “vivono all’interno dell’intestino della zecca. Essa si nutre ma il batterio non è ancora trasmesso”, afferma Fikrig.

Lo studio dell’immunità alle zecche non è nuova. Il ricercatore Bill Trager, sessant’anni fa, scoprì l’immunità dei porcellini d’India al morso delle zecche. Nell’esperimento, la prima volta le zecche si alimentavano, il mese dopo non si nutrivano più come prima. Dopo un altro mese non si nutrivano più. E così ora si è passati dalla teoria alla pratica.

I frammenti di mRNA nel vaccino 19ISP ordinano la codifica di 19 proteine salivari della zecca, il sistema immunitario dei porcellini d’India le riconosce e si attiva. Entro 18 ore dal morso, attorno alle punture si sono formati arrossamenti e infiammazioni, le zecche non si nutrivano adeguatamente, si staccavano e in molti casi non riuscivano a trasmettere il batterio. Negli individui non vaccinati, risultati positivi al batterio, non accadeva.

Vaccini a mRNa, una rivoluzione per la malattia di Lyme e altre patologie

Secondo gli studi non tutti gli animali hanno avuto una risposta immunitaria, ad esempio i topi, per questo motivo verranno eseguiti altri test prima di ipotizzare delle ricerche sulle persone.

Quello che conta per Fikrig sono i risultati ottenuti fino a questo momento.

La puntura di una zanzara si sente subito mentre quella di una zecca è diversa. Come afferma Fikrig “Quando le zecche ti mordono, iniettano componenti salivari che intorpidiscono localmente” riporta CT Insider, e così continuano a nutrirsi. Il vaccino evita questo intorpidimento rendendo rossa, e quindi evidente, la puntura.

Diventati famosi con la comparsa del SARS-CoV-2,  ora i vaccini a mRNA potrebbero diventare uno strumento contro altre patologie a trasmissione lenta, come la babesiosi.

Più complessa la battaglia contro le trasmissioni veloci, dal virus di Powassan all’anaplasmosi.

Di solito sono trasmessi entro 30 minuti”, sottolinea Fikrig. “Proveremo anche quelli. La mia aspettativa è che non funzionerà, a meno che il riconoscimento avvenga dopo secondi o minuti”.

L’mRNA è al centro dei suoi progetti e la sua speranza è di riuscire a combattere le trasmissioni rapide delle zanzare, come la dengue e la malaria.