Vai al contenuto

Galli positivo alla variante Omicron: “Senza terza dose sarebbe stata brutta”. La cura con anticorpi monoclonali

Pubblicato: 08/01/2022 10:48

Un brutto inizio anno per Massimo Galli, ex primario del reparto di Malattie Infettive dell’ospedale Sacco di Milano, oggi in pensione, che è stato contagiato con la variante Omicron del Covid-19. Galli racconta di stare meglio, ma che la malattia è stata dura da affrontare, soprattutto vista l’età, 70 anni. Il medico spiega che senza la terza dose il decorso sarebbe stato molto più pericoloso e di essere stato curato con gli anticorpi monoclonali a causa della presenza di fattori di rischio.

Massimo Galli contagiato con la variante Omicron

Massimo Galli sta affrontando il contagio causato dalla variante Omicron all’età di 70 anni. Per il medico infettivologo è tutt’altro che una passeggiata, come ha raccontato lui stesso a Mattino 5: “Sto discretamente meglio, però sono stato una schifezza. Faccio outing, verosimilmente il 31 dicembre, con i giorni immediatamente precedenti, qualcuno mi ha passato Omicron ed eccomi qua, nonostante abbia condotto una vita ritiratissima e vedendo pochissime persone“.

Il medico spiega che con i pochi pazienti che ha seguito tra Natale e Capodanno ci sono stati solo scambi di mail o messaggi. In tutto, continua Galli, avrà visto “senza mascherina, una dozzina di persone ma mai tutte assieme. Questo la dice lunga quanto questa variante sia contagiosa. La mia è certamente un Omicron, sequenziata in laboratorio“.

L’infettivologo: “Non è una passeggiata per i vecchiotti come me”

Massimo Galli spiega che la malattia non è stata facile da affrontare, nonostante le tre dosi di vaccino: “Se qualcuno dice che Omicron è una passeggiata, per i vecchiotti come me, dice male. Se però non avessi avuto le tre vaccinazioni, la cosa sarebbe stata decisamente molto, ma molto peggio“. Il professore invita quindi a vaccinarsi, “almeno non si crepa“, così da ridurre anche la possibilità di infettarsi.

La cura con gli anticorpi monoclonali

Galli decide anche di rispondere ad alcune inesattezze pubblicate a mezzo stampa sulle cure ricevute. Al Il Corriere della Sera dichiara: “Qualcuno ha avuto il cattivo gusto di tirare fuori la questione prima che la comunicassi io (come volevo fare) e inventando che sarebbero state le cure domiciliari e non le tre dosi a farmi stare meglio. Se non avessi avuto le tre dosi sarei stato un candidato perfetto per un’evoluzione negativa della malattia e per il ricovero“.

Il medico continua spiegando di aver “fatto la cura con gli anticorpi monoclonali in ospedale perché mi è stato consigliato visti i miei fattori di rischio (una brutta embolia polmonare nel 2019, una storia di asma importante, una glicemia sfarfallante)“. Gli anticorpi monoclonali come terapia contro il Covid-19 sono indirizzati per il momento verso coloro che hanno una forma moderata del virus, ma considerati al ad alto rischio, come appunto gli over 65.

No-vax, Galli: “Ci riempiono i reparti”

La prima difesa contro il virus resta il vaccino, spiega il medico, che dichiara come i no-vax siano “persone sprovvedute che attualmente ci stanno riempiendo i reparti“. Il fatto che la risalita dei contagi renda scettici sull’efficacia dei vaccini è un fraintendimento, spiega Galli: “La gran parte dei contagi, visto che siamo in tanti ad essere vaccinati, è nei vaccinati“, ma “questi non vanno a finire in rianimazione o al cimitero“.

La differenza è che i “non vaccinati invece finiscono mediamente molto male. Tra le situazioni che fanno più male da vedere in corsia c’è quella di pazienti anziani, genitori di no vax che non li hanno fatti vaccinare e che finiscono in ospedale e rischiano la morte“.