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Scuola, il Tar interviene sull’ordinanza di De Luca sulla chiusura nella Regione Campania. Quando riapriranno

Pubblicato: 10/01/2022 17:52

Il Tar ha ha annullato l’ordinanza emessa dalla Regione Campania sul prolungamento della chiusura delle scuole oltre il 10 gennaio. Il Presidente della Regione Vincenzo De Luca aveva preso questa decisione in seguito alla crescita esponenziale dei contagi e ritenendo il rientro a scuola prematura visto il dilagare della variante Omicron. Una decisione duramente contestata dal governo e che ha portato ad un duro confronto con il governo.

De Luca non è stato l’unico a dirsi contrario alla riapertura delle scuole, anche i Presidenti delle Regioni Puglia e Sicilia hanno manifestato delle rimostranze che, a detta del Presidente Emiliano, sono state vane.

Il Tar ha annullato l’ordinanza di De Luca: quando rientreranno in classe gli studenti

Gli studenti delle scuole elementari e medie, i bambini delle scuole Infanzia e nido, potranno rientrare in classe a partire dalla giornata di domani, martedì 11 gennaio. È questa la decisione presa dal Tar in merito all’ordinanza regionale 1 emessa il 7 gennaio, ovvero la sospensione del rientro in classe a causa di criticità legate alla pandemia. Il Tar ha quindi annullato l’ordinanza di De Luca, il quale avrebbe preferito un ritorno degli studenti in classe a partire dal 29 gennaio.

L’istanza era stata presentata da alcuni genitori e presentata dai legali Giacomo Profeta e Luca Rubinacci.

Il botta e risposta De Luca-Bianchi

La decisione del Presidente della Regione Campania De Luca era stata male accolta dal governo e dal ministro dell’istruzione Bianchi. Al TG3, nelle ore immediatamente successive all’ordinanza, aveva detto: “illegittima la scelta della Campania? Sbagliata e illegittima. I nostri tecnici stanno trovando il modo di impugnare questa norma”.

Su Repubblica, dal canto suo De Luca ha risposto: “Non abbiamo chiuso proprio niente. Al di là di ideologismi e parole al vento, il motivo del contendere è solo questo: Dad per tre settimane per le medie e le elementari, per consentire una più vasta vaccinazione infantile e per scavallare il picco di contagi previsto per gennaio”.