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La lettera di Verdini con la strategia per portare Berlusconi al Quirinale: destinatari Confalonieri e Dell’Utri

Pubblicato: 16/01/2022 22:46

La corsa per il Quirinale assume contorni da poliziesco, con la pubblicazione di una lettera “segreta” inviata da Denis Verdini ai colleghi Marcello Dell’Utri e Fedele Confalonieri, con la strategia per far arrivare Silvio Berlusconi al supremo Colle. Le velleità quirinalizie del fondatore di Forza Italia stanno mobilitando letteralmente chiunque per raggiungere lo scopo. Lo sconcerto arriva quando coinvolti sono personaggi accusati o condannati per reati che vanno dalla frode fiscale al concorso esterno in associazione mafiosa, o che stanno scontando i domiciliari, come nel caso di Verdini.

Verdini, la lettera a Dell’Utri e Confalonieri

Davvero dei “vecchietti arzilli“, come scrive Denis Verdini nella lettera che ha pubblicato Il Tirreno, contenente la sua strategia per consentire a Silvio Berlusconi di essere eletto al Quirinale. La missiva, che a quanto pare sarebbe dovuta rimanere segreta, è indirizzata a Marcello Dell’Utri e Fedele Confalonieri, compagni di lunga data dell’ex Cavaliere, che sta smuovendo mari e monti per spianare la strada verso la presidenza della Repubblica.

Verdini scrive dai domiciliari a cui è stato condannato per il crac del Credito cooperativo fiorentino e prospetta le mosse da fare per non sbagliare. Per l’ex senatore di Ala, quella di Berlusconi sarebbe “una legittima ambizione“. E, nonostante le resistenze, “nessuno del centrodestra può negargli questa opportunità“. La prospettiva che l’ex Cavaliere arrivi al Quirinale sembra aver risvegliato la vecchia combriccola, che avrebbe “ritrovato il gusto del sogno“.

La strategia per aprire a Berlusconi la strada verso il Quirinale

Verdini spiega che “finora si è giocato sul piano esclusivo della comunicazione“, ma “fra 12 giorni a ciò che si comunica dovrà seguire ciò che si fa. Altrimenti sarà un disastro“. Per l’ex senatore, Berlusconi “ha dato informalmente certezze su presunte disponibilità di voti“, di cui sarebbe a caccia con Vittorio Sgarbi come “centralinista”.

La strategia adottata con i peones, e il passo avanti del centrodestra che lo ha candidato seppur l’ex Cav debba sciogliere ancora la riserva, ha “scavato una fossa” con il centrosinistra. Enrico Letta, segretario dem, è stato piuttosto perentorio nel porre un netto rifiuto a Berlusconi, e ora Verdini prevede che il centrosinistra sarà tentato “dalla soluzione dell’Aventino“. L’importante nei rapporti con lo schieramento avverso è “Niente patti con Letta e Renzi” su nomi come “Draghi, Amato o chissà chi altro, spaccando il centrodestra“.

Il ruolo di Salvini nell’elezione di Berlusconi

Verdini individua anche il ruolo che Matteo Salvini, fidanzato con la figlia Francesca, avrà nella scalata al Colle. “Ciò che non si può pretendere” dal leader della Lega è che “rinunci al tentativo di esercitare un ruolo da kingmaker“. Per questo “si può chieder lealtà ma non fedeltà assoluta“, dato che “un’eventuale sconfitta sul Quirinale pregiudicherebbe la sua carriera politica“. In caso in cui l’elezione a presidente della Repubblica non si concreti entro la quarta votazione, “Silvio deve permettere a Salvini (il gruppo di grandi elettori più grande) di portare a termine l’obiettivo di eleggere un presidente di centrodestra, fornendogli tutto il suo appoggio“.

Se Berlusconi non ce la facesse, ma con tutti i voti del centrodestra presenti, questo gli permetterebbe di “ritirarsi con dignità“. Altrimenti, se mancassero i numeri nello schieramento “sarebbe un disastro. E ancora peggio per chi lo ha portato a questo punto“. Per assicurare il conteggio, Verdini suggerisce nei 10 punti della sua strategia che il nome venga apposto in maniera riconoscibile per ciascun partito, variando da “Silvio Berlusconi” a “on. Silvio Berlusconi e così via“.

Ultimo Aggiornamento: 16/01/2022 22:47