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Piersanti fratello di Sergio Mattarella chi era: la sua morte segnò la carriera del Presidente della Repubblica

Pubblicato: 29/01/2022 20:25

Piersanti Mattarella, politico siciliano, ha contribuito significativamente alla lotta contro la mafia in Sicilia, venendo poi ucciso da quest’ultima. A pochi mesi 41° anniversario della sua morte, ripercorriamo la carriera e la vita del fratello dell’attuale Presidente della Repubblica, riconfermato per il suo secondo mandato.

Piersanti Mattarella, vita e carriera del fratello di Sergio Mattarella

Piersanti Mattarella è nato a Castellammare del Golfo il 24 maggio 1935. È morto nel 1980, assassinato presumibilmente da Cosa Nostra, durante il suo mandato come Presidente della Regione Siciliana. Cresciuto con istruzione religiosa, inizia la carriera politica all’interno del partito della Democrazia Cristiana

Nel 1964 diventa consigliere comunale di Palermo: è il periodo in cui esplode lo scandalo del Sacco di Palermo, il boom edilizio che comportò la distruzione di numerose strutture architettoniche in stile Liberty. Nel 1967 viene eletto deputato all’Assemblea regionale siciliana e si fa largo nella Democrazia Cristiana provinciale e regionale, grazie al sostegno di Aldo Moro e della sua corrente. In politica propone di ridurre gli incarichi e si batte per la rotazione delle persone nei centri di potere con dei limiti temporali.

Viene eletto dall’Ars Presidente della Regione Siciliana il 9 febbraio 1978, con 77 voti su 100: nessuno era mai stato eletto con un numero così alto di voti favorevoli. La presidenza di Mattarella si distingue per l’azione riformatrice portata avanti in regione, che spesso andava contro gli ideali del mondo mafioso.

Mattarella e la lotta contro la mafia

Poco dopo l’omicidio di Peppino Impastato, conduttore radiofonico e candidato a sindaco di Cinisi, avvenuto nel 1978 per ordine di Cosa Nostra, Mattarella si reca nella città per la campagna elettorale comunale e pronuncia un durissimo discorso contro la mafia. Quando, nel 1979, il deputato Pio La Torre indica l’Assessorato dell’agricoltura il centro della corruzione regionale, Mattarella mette in chiaro la necessità di seguire principi di correttezza e legalità nella gestione dei contributi agricoli regionali, inimicandosi aspramente Cosa Nostra in modo pubblico.

Il 6 gennaio 1980, in Via della Libertà a Palermo, Piersanti Mattarella entra in una macchina insieme alla moglie e alla suocera per andare a messa, quando il veicolo viene investito da una pioggia di proiettili. È tristemente nota la foto che ritrae l’attuale Presidente Sergio Mattarella, allora impegnato come docente, che estrae e abbraccia il corpo del fratello dall’auto. Fu proprio questo drammatico evento, a quanto pare, che convinse Sergio Mattarella ad abbracciare una carriera di politica attiva.

Piersanti Mattarella, le indagini sull’omicidio

Dopo alcune ipotesi del primo momento, che ipotizzavano una matrice terroristica, si arrivò alla conclusione- però mai dimostrata- che dietro all’omicidio ci fosse Cosa Nostra. Tale tesi fu supportata anche da alcune rivelazioni fatte dal pentito Tommaso Buscetta, che tuttavia non seppe dire chi diede l’ordine di uccidere: “Era certo a tutti noi appartenenti a ‘Cosa Nostra’ che si trattasse di omicidio di mafia, anche se ne ignoravamo, almeno io, i veri motivi. Solo in via di ipotesi, si supponeva che potesse essere stato o Inzerillo Santo o Prestifilippo Mario ma, ripeto, nessuno sapeva nulla di concreto su tale omicidio“.

Le indagini giudiziarie procedettero con difficoltà e lentezza. Gli esecutori materiali non sono mai stati individuati con certezza. Le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia provenienti da Cosa Nostra si sono spesso rivelate contraddittorie. A poco più di 41 anni dalla sua morte, si fatica ancora a capirne le dinamiche.

La figura di Piersanti Mattarella, purtroppo da molti dimenticata nel corso dei decenni, è stata spesso ricordata dopo l’elezione del fratello minore Sergio a Presidente della Repubblica.