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Giustizia, via libera alla riforma del Csm e dell’ordinamento giuridico: cosa cambia e tutte le novità

Pubblicato: 11/02/2022 18:58

È stata presentata in conferenza stampa la riforma della giustizia approvata all’unanimità in Consiglio dei Ministri. Il testo è stato introdotto dalla ministra Cartabia e il Presidente del Consiglio Draghi, contiene diverse novità sul Csm, sulle candidature politiche e non solo.

Secondo quanto discusso oggi in Cdm, sarà vietato esercitare contemporaneamente le funzioni giurisdizionali e incarichi elettivi. Sarà inoltre vietato ai magistrati di candidarsi nelle regioni in cui nei tre anni precedenti le elezioni abbiano esercitato il ruolo di giudice o pm.

Riforma giustizia: come cambia il Csm

Con la riforma approvata oggi in Cdm, i componenti elettivi del Consiglio superiore di magistratura torneranno ad essere trenta, 20 saranno scelti dai magistrati e 10 dal Parlamento. Tra di loro saranno presenti anche due giudici della corte di Cassazione, 13 giudici di merito e 5 pubblici ministeri.

Cambia anche il sistema elettorale per i magistrati, che ora diventa misto e sarà composto da: 14 consiglieri scelti da sistema maggioritario basato su colleghi binominali (dei quali saranno eletti i primi due per ogni collegio). Il 15esimo sarà un pm e sarà il terzo più votato individuato tramite un calcolo preciso. Gli ultimi cinque saranno scelti tra i giudici con un sistema di voto proporzionale su base nazionale.

Stop alle “porte girevoli”, la novità più attesa

La novità più attesa di questa riforma è quella che prevede lo stop alla pratica ribattezzata delle “Porte girevoli”, ovvero sarà vietato esercitare contemporaneamente le funzioni giurisdizionali e quelle di incarichi elettivi e governativi. Inoltre, i magistrati che sceglieranno di candidarsi non potranno farlo nelle regioni in cui hanno esercitato cariche giuridiche nei tre anni precedenti.

Al termine del mandato, i magistrati non potranno più svolgere funzioni giurisdizionali, saranno collocati fuori ruolo presso il ministro della giustizia o altre amministrazioni. Norme anche per chi si candida senza essere eletto, che sarà sottoposto ad un periodo di moratoria della durata di 3 anni.