I sindacati sembrano concordi e allineati sul chiedere al governo una revisione degli aumenti salariali. Il motivo è legato alla critica situazione del caro bollette e caro prezzi che sta creando molte difficoltà ai cittadini, soprattutto nella gestione del portafogli.
Il rischio di rottura del “Patto di Fabbrica”
Dopo la dichiarazione di Pierpaolo Bombardieri, Segretario Generale Uil, anche la Cgil raccoglie la proposta di revisione degli aumenti salariali. La crescita dell’inflazione sta portando infatti alla rottura del “Patto della Fabbrica” sottoscritto tra Confindustria e i sindacati nel 2018.
Secondo questo accordo gli aumenti in busta paga dovrebbero essere calcolati in base all’indice Ipca (indice dei prezzi al consumo) che però non tiene conto dei beni energetici. A discapito dei lavoratori che si sono visti diminuire il proprio potere d’acquisto a seguito dei rincari del gas nell’ultimo periodo; I sindacati sono pronti a controbattere questa situazione dato che sono 6 milioni i dipendenti che attendono il rinnovo contrattuale.
La dichiarazione dei sindacati contro Confindustria
Maurizio Landini, Segretario Generale Cgil, è d’accordo con il leader Bombardieri nella rottura del Patto della Fabbrica. Secondo i due sindacalisti con l’inflazione al 5% e un rincaro energetico che continua a crescere, bisognerebbe rivedere gli aumenti contrattuali. Il leader Landini ha infatti commentato durante l’assemblea organizzativa: “I dati del 2020 ci dicono che oltre 2 milioni di famiglie si trovano in una condizione di povertà assoluta, per un totale di 5,6 milioni di persone. La questione dovrebbe riguardare tutti perché se i salari diminuiscono, rallentano anche i consumi”.
La Uil intanto fa sapere che non vuole editare una nuova versione della scala mobile e propone che “l’indennità di vacanza contrattuale”, prevista sia per i dipendenti pubblici che privati, venga erogata subito e non in seguito al rinnovo contrattuale. Bombardieri inoltre commenta la replica di Confindustria, la quale aveva dichiarato “il patto non si tocca”. Secondo il leader Uil il Patto della Fabbrica è valido fino a quando ci sarà l’approvazione dei sindacati, se non ci saranno soluzioni l’organizzazione è pronta al conflitto.
Il dibattito tra Bonomi e Landini
Non si è fatta attendere la risposta del presidente di Confindustria Carlo Bonomi che ha replicato “il conflitto è l’ultima cosa che serve all’Italia”. Il leader di Confindustria in un’intervista a Il Corriere della Sera ha dichiarato di essere favorevole all’utilizzo dell’Ipca. Secondo Bonomi tale indice tiene conto dei beni energetici ma viene spalmato nel tempo, per evitare oscillazioni brusche come quella attuale. Il presidente di Confindustria ha dichiarato che si vogliono aumentare subito i salari bisogna sottoscrivere dei contratti di produttività in ogni impresa, in aggiunta al contratto nazionale.
Durante l’assemblea organizzativa della Cgil a Rimini, Landini ha commentato le parole di Bonomi definendo inaccettabile che la situazione non venga cambiata. Secondo il Segretario in un Paese come l’Italia con tante PMI, devono essere i contratti nazionali ad avere autorità nazionale.