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In arrivo sanzioni per la Russia, ma resta il nodo del settore energetico: cosa potrebbe succedere all’Italia

Pubblicato: 22/02/2022 10:44

Sarebbe già pronto il pacchetto di sanzioni per la Russia, in caso di aggressione nei confronti dell’Ucraina. L’obiettivo del Governo italiano è ottenere l’esclusione del settore energetico, per non compromettere la forte dipendenza dell’Italia dal gas di Mosca. Quali settori potrebbero essere coinvolti dalle sanzioni e quali conseguenze potrebbero avere per l’Italia.

Crisi tra Russia e Ucraina, quando potrebbero scattare le sanzioni

Le sanzioni contro la Russia sarebbero state delineate dalla Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen, tramite un confronto serrato con il suo capo di gabinetto Bjoern Seibert, gli uffici del Dipartimento di Stato Usa e con il consigliere per la sicurezza nazionale Jake Sullivan. L’incombenza ha riguardato anche l’Alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza, Josep Borrell. Non ci sarebbe traccia scritta di tali sanzioni per volontà della stessa von der Leyen, al fine di evitare fughe di notizie. Il pacchetto però sarebbe già definito e pronto per essere applicato. Con il riconoscimento russo dell’indipendenza delle Repubbliche filorusse di Donetsk e Lugansk dovrebbe scattare già un primo pacchetto “ridotto” di sanzioni.

Quali sono le sanzioni che potrebbero colpire la Russia in caso di attacco

Gli ambiti in cui dovrebbero intervenire tali sanzioni sono quello tecnologico e finanziario. In particolare, si ragiona per paralizzare il settore bancario, bloccando gli acquisti di titoli sui mercati secondari e obbligando a convertire in Euro tutte le transazioni tra rubli e dollari, ma anche limitare l’accesso ai semiconduttori e sanzionare lo stesso Presidente Vladimir Putin. Da parte del Presidente Biden è arrivata la firma di un decreto per vietare nuovi investimenti, scambi e finanziamenti da parte di entità statunitensi nelle regioni di Donetsk e Luhansk. Sembra invece decadere l’ipotesi di bloccare anche il pagamento internazionale Swift, per il timore di favorire un sistema di pagamento alternativo già allo studio da Cina e Russia. Queste sanzioni dovrebbero diventare operative dopo l’eventuale approvazione degli Stati membri.

Il nodo del settore energetico: cosa potrebbe succedere senza gas russo

Il tema più caldo di queste sanzioni è senza dubbio quello dell’energia. Da parte della Commissione Europea sarebbe arrivata la rassicurazione per un piano alternativo in caso di blocco delle forniture di gas dalla Russia, che rappresentano il 40% del totale. Da parte del premier Mario Draghi è comunque arrivata l’intenzione di escludere il settore energetico, da cui l’Italia dipende. Nell’eventualità in cui la Russia dovesse decidere di interrompere le forniture di gas all’Europa, l’intero continente dovrebbe contare sulle proprie scorte e potrebbe avviarsi un meccanismo di condivisione. In questo caso, il Paese con le scorte maggiori sarebbe proprio l’Italia e il nostro Paese potrebbe essere chiamato a cedere agli altri Stati parte della produzione nazionale di gas. Anche la Germania sembra voler scongiurare questa situazione, a causa dei consistenti investimenti che ha stanziato per il gasdotto Nord Stream 2, collegato direttamente alla Russia attraverso il Mar Baltico. Per il momento, la strada più percorribile sembra essere ancora quella della diplomazia.

Ultimo Aggiornamento: 22/02/2022 11:17