Vai al contenuto

Lucio Dalla moriva l’1 marzo di dieci anni fa: com’è morto e dove si è spento l’autore di Piazza Grande

Pubblicato: 01/03/2022 00:00

Il 1 marzo del 2012 il mondo della musica, nonché l’intera Italia, è stata sconvolta dalla scomparsa di Lucio Dalla, il cantautore bolognese che ha affascinato tantissime generazioni dagli anni ’70 in poi. Un grande artista che è entrato nell’immaginario di tutti gli italiani con brani indimenticabili come Piazza Grande, Anna e Marco ma anche la provocatoria Disperato Erotico Stomp. Non stupisce dunque che a dieci anni alla sua scomparsa in molti si siano mobilitati per omaggiare uno dei più iconici artisti del panorama musicale italiano, con iniziative che toccheranno musei e piccolo schermo.

Lucio Dalla: 10 anni fa la morte improvvisa

Sono passati 10 anni da quel 1 marzo 2012 quando, a tre giorni dal suo compleanno, Lucio Dalla moriva improvvisamente a causa di un infarto mentre si trovava presso l’Hotel Plaza di Montreux, dove si era recato per presentare al Montreaux Jazz Festival. La sua ultima esibizione era avvenuta la sera prima, la mattina dopo il suo collaboratore Marco Alemanno è stato il primo a scoprire il decesso; a diffondere la notizia della morte del cantante sono i frati della Basilica di San Francesco d’Assisi.

Il 3 marzo la salma faceva ritorno a Bologna con la camera ardente allestita nel cortile d’onore di Palazzo d’Accursio, sede del municipio. Per la morte del cantante è stato proclamato sia per la città di Bologna sia per il comune delle Isole Tremiti. L’ultimo addio a Lucio Dalla si è tenuto il 4 marzo presso la Basilica di San Petronio, giorno in cui avrebbe compiuto 69 anni. Le ceneri di Luci Dalla si trovano inumate alla Certosa, nella stessa zona dove riposano il poeta Giosuè Carducci e il pittore Giorgio Morandi.

Gli omaggi a Lucio Dalla in occasione dei 10 anni dalla morte

Quest’anno saranno trascorsi ben dieci anni dalla morte di Lucio Dalla, intramontabile icona del panorama musicale dagli anni ’70 in poi. Proprio per l’occasione in molti hanno preparato un omaggio all’artista, con iniziative che passano per il piccolo schermo fino ai musei. Nelle settimane precedenti infatti la città di Bologna, nella quale l’artista era nato e a cui era molto legato, ha annunciato che a partire dal 4 marzo (giorno del compleanno di Dalla) sarà inaugurata una mostra dal titolo Lucio Dalla. Anche se il tempo passa e mira ad esplorare la dimensione sia più personale, umana, che professionale del cantautore – come riportato da La Repubblica.

Anche il sindaco di Bologna è intervenuto per commentare l’evento: “A 10 anni dalla sua scomparsa vogliamo celebrare uno dei più grandi artisti italiani e della nostra città con questo evento di portata nazionale – afferma Matteo Lepore ai microfoni del giornale – Lucio Dalla è stato un grande artista e un grande poeta che attraverso il suo legame d’amore con Bologna ha contribuito a fare conoscere la nostra città in Italia e nel mondo“.

Come anticipato, però, molte altre iniziative sono state promosse in questi mesi per celebrare il cantautore – lo stesso Amadeus durante il Festival di Sanremo ha voluto omaggiarlo. Lo scorso anno sia Cesare Cremonini che la Leone Cinematografica hanno espresso la volontà di realizzare dei biopic sull’artista, per raccontarne la vita e il processo creativo che lo ha portato ad essere uno dei cantautori più poliedrici e innovativi della storia della musica italiana. Tuttavia, dopo le prime notizie diffuse lo scorso anno dai principali giornali e portali on-line, non sono arrivate nuove notizie sui rispettivi progetti, ma si suppone che, avvicinandosi l’anniversario della sua scomparsa, saranno diffusi in questi giorni ulteriori dettagli.

Lucio Dalla, chi era l’autore dell’indimenticabile Piazza Grande

La domanda “Chi era Lucio Dalla” sembra quasi banale, dal momento che anche scendendo in strada e fermando il primo passante, chiunque potrebbe accennare anche solo un verso di una canzone scritta dall’artista, come l’indimenticabile Piazza Grande. Eppure sono tanti gli aneddoti interessanti sulla sua vita, che negli anni sono stati approfonditi dallo stesso cantautore o anche da chi si è impegnato a ricordarlo negli ultimi anni.

Come ricorda una delle sue più celebri canzoni, Dalla era nato il 4 marzo del 1943 a Bologna, città che ha sempre portato nel cuore e che ha citato a più riprese anche nei suoi brani. Il suo esordio risale al 1960, anno in cui partecipa al Primo festival europeo del Jazz con la Rheno Dixieland Band, ma subito dopo entra a far parte dei Flippers, con cui ha la fortuna di firmare anche il suo primo contratto (come riportato da cronacaqui).

Soltanto un anno dopo, in occasione de Il Cantagiro, Gino Paoli lo convince a tentare la carriera da solista (come spiegato dal musicista Massimo Catalano nel libro Lucio Dalla – Canzoni). Le prime esibizioni non sono però affatto memorabili ma Dalla non si è mai scoraggiato e alla fine, nonostante le stravaganze che non lo rendevano particolarmente apprezzato dal pubblico o dagli organizzatori dei vari eventi musicali, arriva il grande successo con il Festival di Sanremo del 1971.

Tutto questo, però, è storia e, tra chi ha avuto la fortuna di vederlo in tv i primi tempi e chi invece ha letto le biografie a lui dedicate, tutti questi particolari non saranno certo nuovi. Quel che invece non tutti potrebbero sapere è che Lucio Dalla aveva il destino già segnato; lo zio dell’artista, Ariodante Dalla, era infatti un cantante molto famoso negli anni ’40 e ’50. Non a caso a soli 10 anni al giovane Lucio era stato regalato un clarinetto, primo strumento in assoluto al quale si è avvicinato, e nel giro di quindici anni era già un virtuoso (imparando a suonarlo da autodidatta). Una bravura che faceva invidia a molti, come riportato da musicmag, dal momento che Pupi Avati decise di lasciare il gruppo nel quale suonavano entrambi (la già menzionata Rheno) perché geloso della bravura del collega.

Dalla ha inoltre collaborato con gli Stadio ancora prima che il gruppo si formasse ufficialmente, è stato lui a scegliere il nome della band. Ha perfino fatto cabaret nei primi anni ’60 (e il già citato musicmag riferisce che tra i suo pubblico abituale c’era anche Gianni Morandi). Insomma, un talento veramente gigantesco e capace di toccare un po’ tutte le arti, benché la musica sia stato il suo vero e unico amore.