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La Lituania chiede l’applicazione della no-fly zone sull’Ucraina: “Agire immediatamente” per fermare la guerra

Pubblicato: 18/03/2022 11:10

La Lituania ha adottato una risoluzione all’unanimità per la richiesta di applicazione della no-fly zone sull’Ucraina. La decisione del Parlamento lituano per fermare l’avanzata dell’esercito di Putin, e l’orizzonte di un eventuale allargamento del conflitto oltre i confini governati da Kiev, è in antitesi con quanto già esposto dalla Nato: chiudere i cieli significherebbe esporre le forze occidentali allo scontro diretto con la Russia, scenario che apre a una escalation da terza guerra mondiale. Continuano intanto i bombardamenti sul Paese, con un’offensiva sempre più estesa verso ovest: anche Leopoli ora sotto i missili.

La Lituania chiede la no-fly zone sull’Ucraina

La chiusura dello spazio aereo ucraino è materia che continua a dividere alcuni Paesi, nonostante il chiarimento della Nato sull’assoluta impossibilità di intervento diretto nel conflitto contro la Russia. Poche ore fa, il Parlamento lituano ha adottato all’unanimità “una risoluzione che invita le Nazioni Unite ad agire immediatamente per garantire una no-fly zone sull’Ucraina per fermare le morti di massa tra i civili“.

La dichiarazione di una no-fly zone aprirebbe la strada all’adozione di misure attive per consentire alle forze di pace delle Nazioni Unite di garantire la sicurezza dei corridoi umanitari, la sicurezza delle centrali nucleari e degli impianti di stoccaggio delle scorie nucleari dell’Ucraina“, si legge in un passaggio del documento, citato dall’emittente lituana LRT.

Il passo della Lituania sembra inserirsi nella cornice di una certa complessità e pluralità di posizioni nel tessuto dell’Alleanza Atlantica, pur prevalendo il no alla richiesta (avanzata a più riprese anche dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky).

Ricalcando la necessità di massima cautela, a tal proposito si è espresso anche il premier Mario Draghi: “La Nato non può imporre una no-fly zone, perché vorrebbe dire entrare in guerra con la Russia, è difficile dire che l’Europa possa fare di più (…). Credo che stiamo facendo moltissimo. Bisogna stare molto attenti”.

Zelensky – ha aggiunto il presidente del Consiglio – chiede l’entrata delle forze Nato, quindi dei nostri aerei, nello spazio ucraino. Finora questo non è possibile perché significherebbe entrare in guerra. È un punto su cui all’interno della Nato c’è, credo, unanimità o quasi, a cominciare dagli Stati Uniti. Ci sono Paesi che vorrebbero un intervento magari più forte, più deciso. Però la maggior parte è su questo fronte”.

La mossa di Putin: la Russia istituisce no-fly zone sul Donbass

Dall’altra parte, mentre l’Occidente si interroga sui prossimi passi e scenari incardinati da Vladimir Putin nell’arena delle ostilità, la Russia avrebbe deciso di giocare d’anticipo e imporre una no-fly zone sulla regione del Donbass, nei cieli sopra le autoproclamate repubbliche separatiste da lui unilateralmente riconosciute all’alba della guerra: Donetsk e Lugansk. Questo quanto rivelato, riporta Reuters, da uno dei funzionari separatisti citato dall’agenzia di stampa Interfax poche ore fa.

L’avanzata russa continua con un ulteriore cambio di passo verso ovest: nelle ultime ore anche la città di Leopoli, fino a pochi giorni fa ritenuta ancora sicura e nodo nevralgico per l’uscita dei civili verso la Polonia, avrebbe subito pesanti bombardamenti. “Putin non vuole la pace“, ripetono i leader occidentali. L’interrogativo su quale sia il vero piano, però, sembra destinato a non avere immediata soluzione.

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